La manovra di Heimlich, in questo caso, così come in molti altri casi, ha segnato la linea di demarcazione tra un soffocamento e una vita salvata. Probabilmente, manovre salvavita, anche a livello pediatrico, dovrebbero essere conosciute da più cittadini volontari. Dovrebbero essere preparate, anzi, più persone all’evenienza e all’eventualità, con corsi specifici, progetti, iniziative e avvicinamenti ad un’arte d’urgenza che è quella sanitaria e che, ovviamente, è in capo innanzitutto ai medici.
Medici come il dottor Stefano Guarracini, da tre anni a questa parte primario di Cardiologia nella Casa di Cura Pierangeli nel capoluogo adriatico dell’Abruzzo. Qualche giorno fa, dopo lavoro, si era diretto con la moglie in un centro commerciale pescarese per mangiare qualcosa e fare la spesa. Di fianco al suo tavolo, era presente un signore di mezza età che stava masticando un panino. Ad un certo punto, però, un boccone di cibo gli è andato di traverso: a quel punto è scattato l’allarme.
Il cardiologo avezzanese è subito intervenuto ed ha praticato la manovra di Heimlich, aiutando così l’uomo a liberare le vie aree dal pezzo di cibo non ingoiato. Il medico ha ripetuto la mossa 5 volte: al quinto tentativo, il boccone maledetto è stato espulso. Il 55enne, così, è stato salvato in tempo. “Sono un medico – ha affermato, raggiunto telefonicamente – ed era mio dovere intervenire, anche se io ricordo sempre che tutti i cittadini possono, se vogliono, imparare ad essere tempestivi in casi come questo, con delle mosse salvavita pratiche e importantissime”. Guarracini, di fatti, è anche istruttore abilitato in BLSD, acronimo che sta per Basic Life Support and Defibrillation (primo soccorso con defibrillatore semiautomatico). “In questo caso, ho dovuto ripetere la manovra più volte, anche perché l’uomo pesava più di 100 chili: non è stato semplice, ma alla fine tutto è andato per il meglio. Avezzano, a livello di interventi tempestivi salvavita, è stata un faro: una delle prime città in Italia a fregiarsi del titolo di “Città Cardioprotetta”, grazie all’istallazione, sotto il tetto dell’Amministrazione Di Pangrazio, di ben 15 defibrillatori sul territorio e 1500 persone formate per il loro utilizzo”. Un progetto che poi, però, non ha avuto un seguito, come ci tiene a precisare lo stesso medico.
“Dalla nuova amministrazione, – ha aggiunto – non sono stato più contattato per dar seguito al progetto di Avezzano Città Cardioprotetta e mi è molto dispiaciuto, sinceramente: sono trascorsi quasi 5 anni di buio; sono rimasto amareggiato. – ha concluso – Qui a Pescara, invece, ho preso già contatti con il Comune per far diventare anche la città della costa un’area cardioprotetta. Oramai sono 10 anni che abito qui: è il mio contributo per una società migliore, ma ciò non esclude che, con la prossima amministrazione che verrà ad Avezzano, io possa ripartire da dove ci eravamo lasciati”.