Tracciata ieri pomeriggio a Roma la strada che condurrà alla riforma della geografia giudiziaria in Italia, che non solo potrà mettere in salvo i quattro Tribunali abruzzesi a rischio chiusura, ma, una volta resa operativa ed efficace, potrebbe sbloccare anche nuove riaperture lungo la Penisola. Questa la destinazione finale, che parte però dal percorso di tutela delle quattro sedi di giustizia di Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano, prospettato oggi pomeriggio, nelle stanze di Palazzo Cenci, dal senatore Ernesto Rapani al Comitato per la difesa coordinato dal sindaco Giovanni Di Pangrazio.
Le tappe da percorrere sono apparse a tutti i componenti del Comitato come chiare, lucide e determinate, questa volta. “Abbiamo apprezzato – aggiunge il sindaco, in accordo con amministratori e presidenti degli ordini forensi – la disponibilità e l’accoglienza dei parlamentari, che hanno subito centrato il punto più importante, ovvero che entro il 2024 sarà pronta la legge di riforma nazionale della geografia giudiziaria, punto di arrivo imprescindibile di un ragionamento allargato, che guarda alla giustizia di prossimità come ad un elemento chiave, essenziale e inamovibile, in termini di sicurezza e di punti di riferimento per i cittadini”. Ad accogliere la delegazione composta dal presidente della Provincia dell’Aquila Angelo Caruso, dall’assessore Paola Fiorino di Sulmona, dal vicesindaco di Vasto Licia Fioravanti, dal sindaco di Lanciano Paolini, dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Avezzano, Roberto Di Pietro, dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Sulmona, Luca Tirabassi, dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Lanciano, Antonio Codognone e dalla presidente dell’Ordine degli avvocati di Vasto, Maria Sichetti – collegata da remoto – anche i parlamentari abruzzesi Guido Liris, Etelwardo Sigismondi e Guerino Testa. Il senatore Rapani ha informato sullo stato dell’arte della riforma della geografia giudiziaria, che ha tenuto in considerazione i vari disegni di legge presentati dalle Regioni italiane, tra cui proprio l’Abruzzo, territorio apripista. “La proroga di un anno che ci è stata proposta – specifica il sindaco, in perfetta sintonia con tutto il Comitato – nonostante le nostre richieste iniziali l’avessero contemplata di almeno due anni per dare respiro alla burocrazia, diventa però, questa volta, una proroga ‘funzionale’, nel senso che andrà a coprire il lasso di tempo utile per l’approvazione finale del disegno di legge-delega sulla geografia giudiziaria che recepisce i contenuti prodotti dalla Commissione Giustizia del Senato. Cambiano l’ottica e la chiave di lettura: l’anno di proroga estenderà la vita dei quattro Tribunali fino al 1 gennaio 2026 e non sarà più connesso ad una situazione emergenziale vissuta dall’Abruzzo”. Anche per il presidente dell’Ordine degli avvocati di Sulmona, l’obiettivo finale è la legge di riforma, che il Governo si appresta a proporre recependo il contenuto dei lavori compiuti e conclusi in Commissione Giustizia del Senato. “Il governo – afferma l’avvocato Tirabassi – ha sempre ribadito in più sedi e in più occasioni la sua volontà di salvezza e di tutela dei nostri uffici giudiziari. Nel mese di dicembre 2022, lo stesso Ministro Nordio si disse pronto a portare avanti un discorso diverso sulla giustizia di prossimità. Il disegno di legge sulla geografia giudiziaria sarà composto da una parte immediatamente operativa, che consentirà alle Regioni di chiedere la riapertura definitiva dei Tribunali, con il concorso delle stesse alle spese delle utenze e della vigilanza, tramite convenzione sottoscritta col Ministero. Una seconda parte, invece, conterrà dei criteri ulteriori per l’eventuale riapertura di altri tribunali in Italia, attraverso l’esercizio da parte del Governo di una legge-delega”.
“Infine, sulle piante organiche – conclude il sindaco di Avezzano – la palla passa ancora al Tribunale dell’Aquila, nel caso specifico di Avezzano e Sulmona e al Tribunale di Chieti per quanto riguarda i Tribunali di Vasto e Lanciano. Torno a ribadire l’importanza della cooperazione tra istituzioni e la necessità che qualche risorsa venga inviata alle sedi in difficoltà, per andare ad irrobustire la loro capacità di funzionamento. L’appello, ovviamente, è rivolto a tutti i Tribunali provinciali che possono e devono mandare unità per permettere ai fori di giustizia cosiddetti minori, ma che minori non sono mai stati, di continuare a operare nell’attesa di un piano generale di rivalutazione. Una volta approvata la legge, le piante organiche saranno ripristinate”.
Comunicato stampa