Scoppia la polemica all’Aquila dopo la collocazione di uno striscione davanti alla sede Pd, “Dio. Patria. Consulta”, una risposta alla protesta dei Giovani democratici a seguito della riunione della Consulta giovanile cittadina nella sede di CasaPound.
Una convocazione urgente della Commissione Garanzia e Controllo del Comune dell’Aquila per fare luce sui gravi fatti che hanno riguardato la Consulta giovanile.
A chiederla i consiglieri comunali del Pd Stefano Albano e Stefano Palumbo e la segretaria cittadina Emanuela Di Giovambattista che dopo la denuncia di Paolo Antonelli dei Giovani Democratici della riunione della Consulta nella sede di Casapound, parlano di “grave violazione culturale, politica oltre che istituzionale visto che il regolamento, in merito, parla chiaro: La sede della Consulta – si legge nel documento – viene individuata, con provvedimento della Giunta Comunale, presso uno stabile in uso o di proprietà del Comune”.
“L’esposizione dello striscione con scritte fasciste sotto la sede del Pd dell’Aquila che ha fatto seguito alla denuncia di Antonelli, inoltre, è un atto intimidatorio inaccettabile che il primo cittadino non ha nemmeno ritenuto di condannare esplicitamente a differenza di altri esponenti della sua stessa maggioranza, come l’assessore alle politiche giovanili Maria Luisa Ianni che ha invece preso immediatamente le distanze – il commento degli esponenti dem.
“D’altra parte – proseguono Albano, Di Giovambattista e Palumbo – non è un mistero che Biondi sia stato per anni esponente di Casapound e che in questi anni non abbia fatto nulla per smarcarsi da quell’ideologia, disertando sistematicamente le celebrazioni del 25 aprile, cancellando festival e censurando ospiti poco graditi come Saviano e Zerocalcare ritenuti non adatti a una città nobile ed aristocratica’”
Non solo. “Ricordiamo al sindaco che lo scorso ottobre la sua maggioranza ha ritenuto di bocciare una mozione (a firma di Albano) che chiedeva di subordinare la concessione di spazi pubblici e contributi alla sottoscrizione, da parte delle organizzazioni richiedenti, di una dichiarazione con cui l’associazione, per mezzo del proprio rappresentante legale, affermasse di non professare né manifestare idee e comportamenti ispirati all’odio razziale, all’omofobia, all’antisemitismo, al fascismo e al nazismo. Perché questa iniziativa è stata respinta? Il sindaco dica chiaramente se l’antifascismo è un principio che rientra nel suo bagaglio valoriale”.
“Nelle prossime ore – proseguono i tre democratici – depositeremo un’interrogazione al sindaco affinché venga in aula a relazionare su quanto accaduto. Siamo di fronte a gesti di inaudita gravità che hanno come unico scopo quello di strumentalizzare un luogo di rappresentanza e di confronto come la Consulta e di intimidire chi invece difende la partecipazione e la democrazia”.