Il Comune di Manoppello (Pescara) procederà con azioni legali dopo che ieri, nella Conferenza dei servizi, le contestazioni procedurali e progettuali rappresentate dall’ente sul progetto di velocizzazione e potenziamento della tratta ferroviaria Roma-Pescara, non hanno avuto alcun riscontro.
Lo ha reso noto il sindaco Giorgio De Luca che ha preso parte ieri alla Conferenza dei Servizi, convocata a Roma da Rete ferroviaria italiana, insieme all’avvocato Vincenzo Di Baldassarre, legale incaricato dall’ente per ricorrere al Tribunale regionale amministrativo del Lazio avverso il parere favorevole di compatibilità ambientale espresso dalla direzione generale Valutazioni ambientali del ministero dell’Ambiente.
“Le contestazioni procedurali e progettuali rappresentate dal Comune di Manoppello sono rimaste prive di riscontro, per cui ci vedremo costretti a percorrere tutte le azioni impugnative consentite. Siamo dispiaciuti e delusi – ha detto il sindaco – non c’è stata alcuna apertura, Rfi va avanti sulla sua strada mortificando i territori. L’ipotesi progettuale Variante Interporto, ribadita nuovamente, è rimasta, ancora una volta, inascoltata, come pure le nostre valutazioni sulle soluzioni prospettate da Rfi, a nostro avviso carenti. Tra queste c’è lo studio sulle possibili esondazioni del fiume Pescara che, stando ai tecnici di Rete ferroviaria italiana, non permetterebbe la realizzazione della Variante Interporto”.
“Nella doppia audizione, alle 11 e alle 14, una per il Lotto 1 e una per il Lotto 2, abbiamo ribadito le posizioni del Comune, fortemente contrario al progetto così come presentato – ha detto ancora De Luca – Riscontriamo che è stato compreso l’errore originario sulla viabilità, tanto che Rfi si è impegnata, anche su richiesta della Regione, a realizzare un nuovo sottopasso prima di qualsiasi altra opera. Proprio lo stralcio dal progetto della vecchia viabilità, a favore della costruzione di un sottopasso tra via Aldo Moro e via XX settembre che eviterebbe di dividere lo Scalo, dimostra, infatti, la correttezza di quanto ripetuto dall’inizio della procedura autorizzativa, che mitiga però solo in parte il danno e che non risolve tutti i problemi che abbiamo sollevato”.
“Questo atteggiamento di chiusura – ha concluso De Luca – ci costringe, pertanto, ad assumere decisioni che non potranno che essere quelle delle battaglie legali”.