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Roma-Pescara: “Non si penalizzi ancora l’Abruzzo”

Lo afferma Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Azione

“Leggo con preoccupazione un’indiscrezione riportata dal quotidiano ‘Repubblica’ secondo cui il ministro Salvini starebbe considerando di dirottare altrove 6 miliardi di euro destinati a investimenti sul trasporto ferroviario, tra cui i 620 milioni da utilizzare per il raddoppio ferroviario della linea Roma-Pescara. Se confermata, sarebbe una decisione grave, perché significherebbe rinunciare a un’opera necessaria, che collegherebbe le due città in meno di due ore, offrendo allo stesso tempo un’alternativa sostenibile al trasporto su ruota”.

Lo afferma Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Azione, che aggiunge: “Nonostante una posizione geografica strategica, per la vicinanza con Roma e per la centralità nella dorsale adriatica, l’Abruzzo è da sempre penalizzato sul tema trasporti: continua a non avere l’Alta velocità ferroviaria e ha un’autostrada, la A14, pericolosa e perennemente congestionata a causa dei cantieri. Tutto ciò crea enormi difficoltà ai cittadini e causa una inevitabile perdita di attrattività economica e turistica, a danno del territorio e delle aziende”.

“Per questo motivo – conclude Sottanelli – invito il governo centrale e il ministro Salvini a confermare gli investimenti importanti per la nostra Regione intervenendo in maniera particolare sul collegamento ferroviario tra Roma e Pescara e sul trasporto su ruota, in modo da recuperare il gap infrastrutturale che, ormai da troppi anni, penalizza fortemente il nostro territorio”.

“Questa trasversale ferroviaria” – aggiunge Giovanni Luciano, vice-segretario regionale di Azione e responsabile regionale sul tema dei trasporti – “o si ammoderna ora o mai più. Sarebbe davvero delittuoso quindi privare l’Abruzzo dell’unica possibilità di sviluppo economico tramite un collegamento veloce Est-Ovest che, tra l’altro, consentirebbe l’apertura ai traffici di Spagna e Balcani e fungerebbe da volano per la Marsica e la Valle Peligna e per i porti di Ortona e di Vasto. Togliere dal tavolo questi investimenti con stazioni appaltanti pronte vorrebbe dire tarpare le ali ad interi settori produttivi.”

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