“Martedi 26 aprile si svolgerà l’ultima seduta di consiglio comunale prima delle elezioni ma nell’ordine del giorno, così come in nessuna comunicazione ufficiale, vi è traccia della cerimonia di conferimento ufficiale della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre in spregio alla volontà del Consiglio, dunque della città, che lo votò per due volte in quattro anni e all’unanimità”.
Lo dice a chiare lettere in una nota Paolo Romano, Capogruppo Italia Viva al Comune dell’Aquila, seduto tra i banchi dell’Opposizione.
“È grottesco che tutto questo succeda alla vigilia del 25 aprile, una data che con questo sindaco ha subito più volte l’onta dell’indifferenza e dell’incuria per alcune delle celebrazioni previste. Liliana Segre, testimone della violenza generata dall’odio e dalla discriminazione razziale, ha dedicato la sua vita alla condivisione della memoria per le nuove generazioni;
centinaia di città italiane le hanno solennemente conferito, per questi motivi, la cittadinanza onoraria con apposita cerimonia. Una delle ultime città in Abruzzo è stata quella di Avezzano, dove l’onorevole Fiano ha ritirato al posto della senatrice la pergamena di cittadinanza alla presenza di amministratori, studenti e docenti di liceo, autorità civili, militari e religiose”, avverte nella nota.
“Liliana Segre è icona della storia che non va dimenticata. Eppure a L’Aquila la storia diventa miseramente di parte quando la mozione di conferimento della cittadinanza onoraria subisce lungaggini e tentennamenti e si conclude con un epilogo vergognoso. In ritardo sulla mozione che depositai nel 2019 l’atto approdò infatti in Consiglio comunale a fine 2020, votato all’unanimità. Poi, con un iter politico e amministrativo quantomeno anomalo e risultati discutibili, ritornò in Consiglio sotto forma di delibera di Giunta a fine 2021, con la firma del sindaco e la benedizione della Meloni. E così con la seconda unanimità dell’assise, il sindaco assunse ufficialmente l’onere e l’onore di interloquire con la senatrice per concordare una data nella quale il Consiglio, riunito in apposita seduta, le avrebbe conferito con l’ufficialità del caso la cittadinanza onoraria. Purtroppo ancora una volta sono riusciti ad addormentare le coscienze con un mix letale di menzogne e silenzio, sbeffeggiando la città e umiliando la memoria”, questa la conclusione.