Nel canto scorre l’essenza dell’anima, imprigionata in ogni essere umano e liberata dalla sua voce. Il senso del canto, di fatti, si ritrova sempre nel ‘non so che’ che le persone trasmettono attraverso la melodia creata dalla fusione di timbro vocale e cuore. A volte, poi, il canto può essere il mezzo per unire una comunità e per contribuire a farla crescere. Esempio luminoso di ciò è il coro ‘Rosella Morgante’ della parrocchia dei Santi Cosma e Damiano di Tagliacozzo, meritevole di un grande plauso per aver partecipato al Giubileo delle Corali 2016.
«Quest’anno si è tenuto il Giubileo dedicato ai cori ecclesiastici: il canto, da molti purtroppo sottovalutato, è una parte integrante della liturgia. È un mezzo prezioso nel processo di riavvicinamento del fedele alla spiritualità. Sono orgoglioso di poter raccontare, quindi, della partecipazione della corale ‘Rosella Morgante’ al Giubileo delle Corali a Roma. Il 22 e 23 ottobre, infatti, circa dieci membri del coro hanno preso parte all’importante manifestazione ecclesiastica ed hanno eseguito i 45 canti, previsti dal programma di Marco Frisina, il celebre maestro di canto liturgico che li ha diretti, in uno straordinario concerto di quasi 8mila voci» racconta Leonardo Chicarella, figlio di Rosella Morgante. Non un nome qualsiasi, questo, dal momento che identifica il coro stesso di Tagliacozzo.
«Il coro Rosella Morgante non è costituito da un gruppo di fedeli qualsiasi; la storia che si porta alle spalle e che, a sua volta, porta avanti, infatti, è molto toccante. – afferma il ragazzo – All’origine, il nome del coro era ‘Coro di San Cosma’, ma, successivamente, dopo la morte di mia madre Rosella, fondatrice del gruppo corale stesso e per volontà del parroco Bruno Innocenzi e dei suoi componenti, la corale ha assunto il nome intero di mia madre». Si rompe dall’emozione la voce di Leonardo, quando racconta del lungo calvario che Rosella ha affrontato con coraggio. Lei, una guerriera forte, che ha saputo convivere per undici anni nella triplice condizione di catechista, direttrice del coro e malata oncologica.
L’avventura del coro ‘Rosella Morgante’ è iniziata, circa, dodici anni fa, quando la donna constatò la mancanza di una realtà del genere a San Cosma e decise, quindi, che formare una corale, che allietasse e completasse le cerimonie liturgiche della cittadina, doveva essere un’assoluta priorità. «Mia madre parlò del suo progetto ad alcune amiche, le quali, però, non credevano che le sue fossero intenzioni concrete. Sbagliavano. Così, tra fatiche e difficoltà, mamma riuscì a riunire tutto ciò che serviva riguardo alle tecniche musicali e al repertorio del canto e solidificò, al contempo, anche tutti coloro che erano pronti, allora, a cimentarsi in questa nuova sfida».
Dodici anni dopo il coro è ancora vivo. Lavora giorno dopo giorno, prova dopo prova e si esercita portando in alto il nome di colei che gli diede vita dal nulla. Impossibile non pensare a quanto la partecipazione del coro al Giubileo di Roma, possa aver reso orgogliosa e felice la donna, che continua ad osservare, ancora adesso, forse, la sua creatura, da tutt’altra parte del cielo. «Sono veramente lieto del fatto che il coro, a rischio scioglimento fin dalla morte di mia madre, avvenuta il 22 giugno 2014, abbia resistito nel tempo. Mantenere un gruppo unito, saldo e solido non è semplice. I membri della corale sono gli artefici di una formula che unisce il canto liturgico all’attenzione e alla cura per gli altri».
Non solo canto, però; il coro ‘Rosella Morgante’, infatti, unisce alle esibizioni in chiesa, anche tanto impegno nel sociale, rispettando il più grande insegnamento lasciato dalla sua fondatrice: pensare al prossimo. È per l’altro, o per meglio dire gli altri, che Rosella si è sempre battuta in prima persona. Cercava, infatti, di raccogliere all’interno del gruppo tutte quelle anime che sembravano aver perso la retta via. Un impegno, questo, forse, ripagato, dalla straordinaria partecipazione ad un evento da Guinness dei primati, come è stato definito da Marco Frisina stesso, il canto di 8mila voci.
Leonardo tiene a sottolineare l’impegno profuso dal coro per la partecipazione all’evento: «Dopo aver sbrigato le varie pratiche relative ai moduli d’iscrizione, il coro ha iniziato le prove. Le esercitazioni sono durate sei mesi, da maggio ad ottobre. Il coro, poi, accompagnato a Roma da Don Bruno e anche da mio padre, Giorgio Chicarella, è tornato a Tagliacozzo orgoglioso di aver preso parte ad un’iniziativa così unica, con tanto di attestato-ricordo e con il vanto dei complimenti ricevuti per il talento dimostrato»
Sacrificio e ricordo fanno da collante per un gruppo che continua, ancora adesso, a restare unito. Leonardo, da portavoce del coro, racconta che il momento più toccante è stato, su tutti, quello dei canti ‘Pacem in terris’ e ‘Aprite le porte a Cristo’, forse perché questi brani avevano un significato speciale per la fondatrice stessa.
È grazie al coro e alla sua attività che la figura di Rosella Morgante continua, ancora oggi, a vivere, anche a due anni di distanza dalla sua triste scomparsa. Quando si lascia su questa terra qualcosa di buono, il ricordo relativo resta vivido nel cuore e nell’animo di chi rimane. La voce di Rosella, che cantava timidamente in disparte rispetto al gruppo corale, risuona ancora adesso nelle orecchie di chi la ascoltava allora e di chi ne assorbiva gli insegnamenti come dei mantra giornalieri. Lei, dal canto suo, da lassù, si godrà adesso la scena, con un sorriso di orgoglio stampato sul viso, ascoltando le belle voci di un gruppo che canta, soprattutto, per lei.
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