Mentre il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, continua a sollecitare e incalzare le Regioni e le ASL italiane ad abbattere le liste d’attesa, in Abruzzo la situazione resta critica. Le recenti norme nazionali – come il Decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, convertito nella Legge 29 luglio 2024, n. 107 – impongono alle Regioni obblighi precisi sulla gestione e trasparenza delle liste, ma nella nostra Regione i segnali concreti sono ancora assenti.
Numeri che parlano da soli. Nelle ASL abruzzesi si registrano attese fino a 642 giorni per una colonscopia, 638 per una rettosigmoidoscopia, 438 per un’elettromiografia, 375 per una mammografia bilaterale, 346 per un’ecografia mammaria e 331 giorni per una prima visita endocrinologica.
Anche le prestazioni classificate come “brevi” (classe B) vengono erogate oltre i 10 giorni previsti per legge, violando i limiti fissati dal Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa (PNGLA 2019-2021), che rimane tuttora valido.
Il Decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73 – convertito nella Legge 29 luglio 2024, n. 107 – ha introdotto la Piattaforma nazionale delle liste d’attesa e reso obbligatoria l’interoperabilità tra CUP regionali e privati accreditati.
La legge impone l’erogazione delle prestazioni sanitarie entro i limiti stabiliti dal PNGLA:
U (Urgente): entro 72 ore,
B (Breve): entro 10 giorni,
D (Differita): entro 30 giorni per visite, 60 per esami,
P (Programmata): entro 120 giorni.
In caso di mancato rispetto, le ASL sono tenute a garantire la prestazione in regime intramoenia o presso strutture private convenzionate, con solo il ticket a carico del cittadino.
Tuttavia, al 29 gennaio 2025, è stato emanato solo 1 dei 6 decreti attuativi previsti dalla legge, rallentando l’effettiva applicazione delle misure in tutto il Paese – Abruzzo compreso.
Mentre il Ministro, consapevole del problema, si adopera tentando di rianimare un malato inguaribile, la nostra Regione racconta un’altra storia, tanto che l’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, e il presidente Marco Marsilio continuano a dipingere la sanità abruzzese come un modello da esportare. La realtà, però, è ben diversa: debito sanitario ormai strutturale, carenza cronica di personale, migliaia di prestazioni inevase e un ricorso crescente al privato.
Per questo motivo, come Lista Civica Abruzzo Insieme chiediamo:
1. Controlli urgenti del Ministero della Salute sull’effettiva applicazione della Legge 107/2024 in Abruzzo;
2. Attivazione immediata e trasparente del CUP unico regionale, già deliberato a giugno 2025 ma ancora non operativo;
3. Un piano straordinario di recupero delle prestazioni arretrate, con fondi dedicati e personale aggiuntivo;
4. Piena attuazione del diritto alla prestazione nei tempi di legge, con pubblicazione settimanale dei dati per ASL e per singola prestazione.
I cittadini abruzzesi non possono più attendere. Hanno diritto a una sanità pubblica efficiente, trasparente e rispettosa della legge.
Così il Consigliere Regionale Giovanni Cavallari, Capogruppo “Abruzzo Insieme”.
Comunicato stampa