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Sanità, Paolucci: “Il deficit ormai è strutturale”

Consigliere Pd: "Ne pagheranno i costi gli abruzzesi che avranno meno prestazioni e peggiori performance dei servizi sanitari"

Una mezza verità sullo stato di salute della sanità abruzzese arriva dalla Giunta regionale solo a poche ore dal prossimo tavolo di monitoraggio ministeriale, quello in cui il centrodestra chiederà al Governo di coprire il profondo rosso registrato a seguito dei quattro anni di mancata gestione del comparto. I dati ufficializzati, ormai soltanto a disavanzo fatto, sono purtroppo ancora parziali e arrivano anche dopo le nostre tante denunce e prese di posizione sul deficit che si stava accumulando nelle Asl a causa dell’assoluta latitanza dell’esecutivo su programmazione e governance. Hanno finalmente ammesso di trovarsi di fronte al baratro, ma gli attribuiscono ragioni che servono solo a giustificare la propria inerzia che ne è stata la vera causa”.

Così il capogruppo del PD in Consiglio regionale Silvio Paolucci.

“Nonostante l’accesso agli atti da noi fatto per rendere pubblica l’entità del problema, neanche nella comunicazione ufficiale della Giunta Regionale ci è dato sapere l’entità precisa del debito prodotto dalla sanità abruzzese – sottolinea Paolucci – Secondo una stima, al 31 dicembre 2022 ci ritroveremo su un importo fra i 250 e i 300 milioni, come avevamo annunciato già da mesi. Le ricostruzioni fatte dalla Giunta a mezzo stampa sono ovviamente parziali anche su altro: c’è il Fondo Sanitario che è cresciuto molto negli ultimi anni, passando dai circa 110 miliardi del primo anno di Governo Marsilio, ai 124 miliardi previsti per il 2022. Un aumento di 14 miliardi! Nella legislatura di centrosinistra era di 5 miliardi, tre volte meno. Quindi questo esecutivo dice solo quello che gli conviene: ad esempio non riesce a dire che sono arrivati a un tale disavanzo nonostante le notevoli risorse in più ricevute; così come nasconde i dati relativi alle prestazioni, a cui però si arriva lo stesso, magari facendo un semplice accesso agli atti come abbiamo fatto noi. Così salta fuori che le prestazioni ospedaliere, per esempio, sono crollate anche del 40-50% in alcuni presidi e questo significa solo una cosa, che si è speso molto meno per le prestazioni dei nostri cittadini a discapito della qualità delle stesse. Infatti i pazienti abruzzesi stanno fuggendo in massa a curarsi fuori regione, come confermano le cifre sempre in crescita della cosiddetta mobilità passiva, valori e conseguenti costi che non possono essere colpa della pandemia, perché il Covid c’è stato anche altrove”.

“La verità è che l’assenza di qualunque atto programmatorio da parte di chi governa oggi ha portato a una sanità che eroga meno e che costa molto di più. E le tante storie di calvari durati anche giorni ai pronto soccorso, le liste d’attesa interminabili, i tagli denunciati dagli stessi medici, ne sono la conseguenza”, aggiunge.

“Invece ora più che mai è indispensabile fare chiarezza sui dati e promuovere vera trasparenza, perché chi erediterà la situazione generata dal Governo Marsilio dovrà affrontare un deficit certo e strutturale molto significativo. Nemmeno un miracolo potrà cambiare questo stato di cose nel tempo che resta alla fine della consiliatura e dunque chi verrà dopo dovrà fare tagli, riportando la sanità abruzzese ai tempi del commissariamento che il centrosinistra aveva risolto, facendo uscire la Regione dalla crisi nel 2016 e avviando un cammino concreto ed efficace a livello di atti e di programmazione, l’unica programmazione ufficiale da allora a oggi. Perché se questo deficit mostruoso esiste, i principali responsabili sono Marsilio e la sua maggioranza: la prima amministrazione regionale che ha governato la Sanità abruzzese con tanti annunci, ma senza alcun atto di programmazione”.

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