“La gestione della Asl provinciale dell’Aquila ha raggiunto un punto di non ritorno, un caso clamoroso di cui il sonnolento centrodestra – interessato alla sola costruzione del consenso pro domo sua – non si accorge o, peggio, non vuole accorgersi: l’azienda, dopo il caso dell’attacco hacker, non versa il quinto dello stipendio dei dipendenti alle banche! Un fatto che, da solo, basterebbe a chiedere scusa e a lasciare in silenzio l’incarico, ma abbiamo imparato a conoscere la presunzione del direttore generale e il suo attaccamento al potere e ci sembra persino superfluo, oramai, chiederne le dimissioni. Saranno le sedi opportune, ora, a ristabilire le regole dopo la diffida dei sindacati”.
Lo affermano in una nota Stefano Albano, capogruppo del Partito democratico al Consiglio comunale dell’Aquila, i consiglieri comunali Stefano Palumbo e Stefania Pezzopane, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, il segretario cittadino del Pd aquilano Nello Avellani e quello provinciale Francesco Piacente ed Eva Fascetti responsabile Pd per la sanità.
“I dipendenti dell’azienda sanitaria – spiegano gli esponenti del Pd – rischiano, nel migliore dei casi, di dover pagare delle more o, peggio, di finire nel ‘libro nero’ del Sistema di informazioni creditizie come cattivi pagatori, considerando che la Asl ha trattenuto il quinto dello stipendio senza versarlo alle banche. Siamo davanti ad un atteggiamento disarmante, soprattutto a leggere il ‘bollettino’ quasi quotidiano che dirama l’azienda condito dal ritornello secondo cui ‘tutto va bene'”.
“Stando a quanto denunciano dipendenti e sindacati, peraltro – aggiungono – sono state le banche ad avvertire del mancato pagamento delle rate di aprile e maggio, perché l’azienda – impegnata in quella che appare più come sterile propaganda che come comunicazione istituzionale, soprattutto di crisi – non si è neppure degnata di avvertire il personale”.
“Ma d’altra parte – rilevano gli esponenti del Pd – a proposito di sensibilità nei confronti dei lavoratori, cosa aspettarsi da un’azienda che detiene il primato di lavoro precario in Abruzzo e che non sta pianificando il turnover per i prossimi anni e questo non può che preoccupare, considerando che 611 unità lavorative risultano avere una età compresa tra i 60 ed i 64 anni e 139 unità lavorative tra i 65 e 67 anni. Nel frattempo, proprio in questi giorni, la Asl della provincia di Chieti ha concluso le procedure di stabilizzazione per la bellezza di 624 precari tra infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici di radiologia, medici, veterinari, farmacisti e psicologi”.