La Santa Croce ha corrisposto il trattamento di fine rapporto (Tfr) a 38 ex lavoratori dello stabilimento produttivo di Canistro (L’Aquila) per complessivi 511mila euro, ponendo fine alla controversia legale dagli stessi intentata contro l’azienda di imbottigliamento dell’acqua minerale conosciuta e distribuita a livello nazionale.
La Santa Croce aveva già provveduto al saldo del Tfr con altri 25 ex addetti, quindi è stata quasi chiusa la partita della vertenza dei 75 dipendenti che fino a circa due anni fa lavoravano nel centro produttivo del comune marsicano, considerando anche che 7 persone sono state riassorbite dall’azienda nella sua attività industriale rimasta a Canistro.
L’azienda, che ha una penetrazione nazionale, «è stata costretta – precisa una nota stampa inviata dalla Società Santa Croce alla Redazione di Info Media News – a licenziare il personale dopo la revoca da parte della Regione Abruzzo della concessione delle sorgenti Sant’Antonio Sponga di Canistro, atto impugnato dal sodalizio dell’imprenditore Camillo Colella, che ha in corso con l’ente regionale un serrato scontro penale e civile. Con gli altri lavoratori rimane in piedi il contenzioso attivato dall’azienda nei loro confronti, in riferimento alla mobilitazione di oltre due anni fa durante i giorni convulsi e pieni di tensione che hanno portato al blocco della produzione».
«Abbiamo chiuso la vicenda del Tfr ma continuiamo il contenzioso legato a quanto accaduto durante gli scioperi e la mobilitazione perché riteniamo che l’azienda abbia subito dei danni – spiega il patron Colella -. Comunque, la corresponsione del Tfr agli ex dipendenti e alle loro famiglie che, per colpa del Comune di Canistro con il sindaco, Angelo Di Paolo, e della Regione, con l’ex vice presidente ora presidente vicario, Giovanni Lolli, sono senza lavoro e senza ammortizzatori sociali, nel frattempo scaduti, è la dimostrazione che se il clima non fosse stato invelenito strumentalmente dai già citati Comune e Regione e anche dai sindacati, si sarebbero potuti salvaguardare posti di lavoro, produzione e indotto, in sostanza l’economia della zona».
«La chiusura di questa partita – continua Colella – fa da contraltare a quanto fatto e detto irresponsabilmente in questi anni dai soggetti già citati e sono la prova che l’azienda è solida e pronta a reinvestire a Canistro, dove il piano dei nemici della Santa Croce è fallito con l’acqua che da oltre due anni finisce nel fiume Liri, con un grave danno erariale e per l’economia del territorio. Speriamo per il bene della collettività che la Regione si accorga dei gravi errori e cerchi di riparare pubblicando, in tempi brevi, il nuovo bando. Comunque – conclude l’imprenditore molisano – continueremo nell’azione di istanze di risarcimento contro chi causa danni alla santa Croce, come fatto con i dirigenti e funzionari regionali Flacco, Longhi e Cantone. In questo senso, ci riserviamo di farlo anche con la stessa Regione».
Dopo l’abbandono del gruppo Norda e l’annullamento del bando del 15 dicembre 2016, la Regione è chiamata al varo di un nuovo bando.
Fonte: Società Santa Croce
Foto di: Abruzzolive