“Con riferimento ai due articoli apparsi in questi giorni sulla stampa locale intesi a stigmatizzare, in modo del tutto pretestuoso e strumentale, la condotta del Sindaco di Canistro e di componenti dell’amministrazione nella vicenda della gara per la concessione delle acque minerali della Fonte Sant’Antonio Sponga, urge chiarire quanto segue”. È quanto si legge in una nota del Comune di Canistro sul bando per l’assegnazione delle acque della sorgente Sant’Antonio Sponga.
“La competenza del settore acque minerali e termali – si legge – nonché la gestione amministrativa del bene è attribuita dalla legge all’Ente Regione. Dunque, il Sindaco, quando si tratta di aggiudicare la gara per la concessione mineraria, non è (e non può essere) a favore di questa o quella azienda. E, in particolare, il sindaco di Canistro non è asservito a nessuno e non scrive ad altri soggetti istituzionali, né ha mai scritto, e mai scriverà, per formulare richieste che impegnano l’amministrazione da lui rappresentata sulla base di convincimenti personali, ma sempre riscontrando dati oggettivi e utili a definire procedimenti aperti.
Il primo cittadino desidera semplicemente tutelare i beni di pertinenza del Comune amministrato, soprattutto quando il bene costituisce una risorsa di grande valore e importanza all’interno del proprio territorio. E, l’acqua minerale che sgorga dalla Fonte di Canistro, è una ricchezza pubblica assegnata temporalmente a soggetti privati affidabili perché ne traggano giovamento in molti. Nessuno è abilitato a ricavare profitto soltanto per sé, ma, al contrario, lo sfruttamento dell’acqua minerale deve essere fonte di guadagno per molti, secondo finalità di giustizia distributiva che soddisfano interessi economici e sociali a beneficio della comunità, nel rispetto di rigorosi criteri etici, di equilibrio sociale e di rispetto dell’ambiente, soprattutto avendo il massimo riguardo nei confronti di chi ha prestato il suo lavoro per valorizzare ed accrescere la qualità commerciale del prodotto che dall’acqua stessa si ricava.
Il Sindaco non è (e non può essere) contro nessuno, ma è chiamato a scendere in campo contro chiunque pensi di eludere o violare le norme di legge. Può, ed anzi deve, legittimamente intervenire per segnalare, qualora ne venga a conoscenza, il rischio di abusi ed anche allertare chi di dovere affinché valuti tutti gli aspetti normativi che incidono sulla corretta attribuzione di un bene, perché tanto gli impone la sua responsabilità di uomo delle istituzioni.
Chiedere, nel caso di specie, alla Commissione di acquisire tutti gli elementi per una decisione conforme ai dettami legislativi dello Stato e della Regione in cui si opera, è forse reato?
E’ chiedere troppo il rispetto delle regole?
Certamente, ci si può rivolgere alla Procura per tutelare trasparenza e legalità, ma ciò non dovrebbe accadere prima di aver offerto gli elementi in proprio possesso a chi è chiamato alla corretta interpretazione e applicazione delle norme.
Tutto ciò premesso il comune di Canistro non sarà quiescente nei confronti di chi, invece di esercitare il sacrosanto diritto di cronaca, lancia fango e accuse del tutto gratuite.
Nei prossimi giorni, dunque, il sottoscritto presenterà presso la Procura della Repubblica querela nei confronti della testata giornalistica, riservandosi altresì apposita azione risarcitoria”.