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Santoreggia, Stregonia e Millefiori di montagna: a Torino, sbarca una fetta dolcissima di Marsica

Dall’ottenimento del Presidio slow food al banco di prova di Torino: il miele della Marsica non smentisce la sua natura quasi divina. Ha una sede idilliaca sull’Appennino abruzzese, in un contesto che potrebbe apparire ostico al lavoro manuale ed artigiano, ma che, in fondo tanto ostico non è. Qui, nella stagione bucolica di fine estate, il profumo del miele si innalza sulle rocce e copre tutto, alla pari di una specie di ampio lenzuolo fiorito. Ristrutturatore, imprenditore di sé stesso, creatore ed inventore: l’apicoltore celanese Vittoriano Ciaccia ha deciso, un anno fa, di concerto con i suoi soci, di distaccarsi completamente dalle baraonde cittadine e di trasformare il suo angolo di vita, a Celano, in un piccolo tempio perfetto di simbiosi con la natura. «Anche se – afferma col senno del poi – io sono solo il portavoce di questa splendida realtà che custodisce i gioielli nostri di Madre Natura, quali i mieli particolari dell’Appennino d’Abruzzo. Qui, noi apicoltori siamo tutti sulla stessa barca, ossia un vascello fraterno fatto di progettualità, filigrana di sviluppo e ricerca del massimo gusto qualitativo». Nata e costruita nell’anno 2015 per la tutela e la valorizzazione di questo prezioso alimento del miele, L’Associazione dei Produttori dei Mieli Particolari dell’Appennino d’Abruzzo partirà, a fine settembre, alla volta del Salone Internazionale del Gusto di Torino, il quale andrà ad abbracciare, quindi, per la primissima volta in assoluto, il miele di Santoreggia, di Stregonia e il Millefiori di Montagna, ossia i presidi slow food dell’Associazione. Dalla Marsica, quindi, una carovana di gruppo di apicoltori, rappresentata, in questo contesto, dal celanese Vittoriano Ciaccia, esibirà a Torino tutta la propria cultura e coltura del miele.

 

img_4877In Fiera, i nostri eroi, quindi, cultori naturali del miele, si recheranno per far scoprire, cucchiaiata dopo cucchiaiata, la delizia tipica di alcuni mieli speciali. «Organizzeremo – afferma Vittoriano Ciaccia – un banco di esposizione in Fiera, ma, al contempo, gli organizzatori ci hanno anche invitato a partecipare ad un laboratorio del gusto, che si terrà proprio il giorno 23 settembre prossimo, dal titolo di ‘Mieli di Montagna: dalle Alpi all’Appennino’. In questa occasione, una poltrona da insegnante sarà destinata al rappresentante dei mieli delle Alpi, come, ad esempio, il Rododendro, mentre, io, in qualità di rappresentante dei miei dell’Appennino, siederà in via eccezionale in cattedra per raccontare la storia di questa lunga filiera di produzione dei nostri sapori dolci». Assaggio e narrazione, quindi, di un lungo amore triangolare scaturito fra uomo, flora e fauna, datato 12mila anni fa. Gli apicoltori, in fondo, non fanno altro che ripercorrere le sane e robuste esperienze di vita degli uomini abituati a lavorare di fianco alla natura e mai sopra di essa.

 

Vittoriano Ciaccia è, quindi, il presidente di un vivido polmone genuino, attivo e produttivo delle nostre terre. L’Associazione dei Mieli particolari dell’Appennino abruzzese, infatti, creatasi lo scorso anno, ha deciso di arrampicarsi fino a Torino per l’evento più importante organizzato da Slow Food, di concerto con la  Regione Piemonte e con la città di Torino. Un evento, questo, che proprio nel 2016 compie ben 20 anni di esperienza. Questa edizione di ‘Terra Madre Salone del Gusto’ di fine settembre, nel cuore della città torinese, godrà, perciò, del brio tipico del miele abruzzese grazie a due fiori particolari, appartenenti entrambi alla flora spontanea del Parco Regionale Sirente-Velino. Solo in Abruzzo, infatti, ed in particolar modo nella Marsica, si producono quantità consistenti di mieli assolutamente eccezionali e simbolici come la Santoreggia e la Stregonia. Dal 22 al 26 settembre, quindi, i membri dell’Associazione abruzzese, che punta a far riemergere dal tempo il sapore di queste perle prelibate del gusto nostrano, faranno tappa in quel di Torino, fra i circuiti del suo centro storico, proprio per far conoscere i vari mieli di casa propria alle altre ‘case’ culinarie d’Italia. Ed ecco che l’Italia del cibo, quella pluripremiata, emerge ed immerge. Lo scorso anno, Ciaccia ed i suoi pari hanno ottenuto il riconoscimento del presidio Slow Food. «Solo i titolari del presidio, infatti,  – ammette – possono prendere parte alla Fiera, che si attesta già come un appuntamento canonico ed immancabile. Sarà la 20esima edizione ed io andrò – afferma ancora Vittoriano – come rappresentante dei soci del nostro presidio d’Abruzzo. Per cinque giorni di fila, sarò ospite del cuore urbano di Torino, nelle strade limitrofe al centro storico della città piemontese. In Piazza San Carlo, sarà presente la maggior parte degli espositori del gusto e qui saremo anche noi». Il gruppo di apicoltori dei mieli di qualità appenninica parteciperà per la prima volta ad una manifestazione di significato del genere. «Il presidio lo abbiamo siglato e sigillato lo scorso anno: questa sarà la prima occasione di uscita per i nostri prodotti oltreconfine abruzzese. Noi, in quanto presidio slow food, abbiamo il diritto ed anche il dovere di presenziare ad eventi del genere, i quali occorrono proprio per non far transitare mai nel dimenticatoio le nostre specialità e per far capire all’Italia che l’Abruzzo ha tanto da mettere in vendita, in ordine di gusto», specifica Vittoriano. Saranno presenti alla manifestazione dell’Alta Italia, tutti i presidi Slow Food regionali, sostenuti dall’Ente Regione in primis, il quale presenzierà in Fiera con una nutrita scelta di stand. Per il miele, il marsicano Ciaccia sarà l’unico a portare alta la bandiera d’Abruzzo a Torino. «Noi siamo custodi primi – spiega – di mieli assolutamente particolari, che si producono solo fra le fronde dell’Appennino aquilano e, per una determinata parte, solo nella Marsica. Sono prodotti di nicchia, che vantano, inoltre, una zona limitatissima di produzione. Questa tipologia di mieli, poco diffusa, non entra, ovviamente, nei classici negozi dei consumi ‘mordi e fuggi’, ma bisogna scavare un po’ più a fondo per incrociarli».

«Attesissimo a Torino sarà il miele di Santoreggia, la cui produzione però è davvero incerta, in quanto si stanzia a cavallo tra la fine della stagione estiva e l’inizio di quella autunnale, quindi proprio in questo periodo temporale. Proprio per questo motivo, – continua Vittoriano Ciaccia – basta davvero un nonnulla per far diminuire la sua produzione. Questa leccornia abruzzese è assolutamente legata alle condizioni climatiche». Una goccia di miele di Stregonia, invece, in arte ‘Sideritis Syriaca’, ossia il cosiddetto ‘tè’ della forza e della salute, potrebbe essere il profumo prescelto per questa stagione di moda del gusto. «Un miele, quest’ultimo, – afferma ancora Ciaccia – da veri intenditori. Fa sempre parte della flora delle nostre montagne, ma ha, rispetto alla Santoreggia, una facilità in più di produzione, in quanto riesce ad arrivare al mese di giungo/luglio; quindi, le condizioni climatiche, sono più certe e favorevoli. Si tratta di un miele molto raffinato e tipico delle nostre terre. La Santoreggia, dal canto suo, è più rara, ma fa anche più gola: è il miele che, per gusto e consistenza, piace di più».

Diamo l’in bocca al lupo con la domanda del nove: questa che stagione è per il miele? «La stagione, per quanto ci riguarda – conclude Vittoriano – è andata molto bene, soprattutto per la Sideritis Syriaca. Invece, per la Santoreggia, non sta andando ottimamente, poiché sta fiorendo male; questi venti continui ed il caldo eccessivo stanno, di fatti, asciugando il nettare della pianta e non v’è un grande raccolto a fronte. La Sideritis Syriaca, invece, è stata prodotta in grandi quantità, mentre a livello di Santoreggia, la quantità è molto scarsa, ma noi resistiamo e resisteremo. Il miele d’Abruzzo e della Marsica deve andare lontano, con le proprie gambe e con le nostre, quelle, cioè, degli apicoltori innamorati della qualità dei prodotti naturali».

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