“La ripresa economica, la crescita del profitto e del lavoro presuppone la necessità di uscire dalla politica di austerità, occorre cambiare i trattati europei, abolire il fiscal compact, ed arrivare ad una costituzione federale. La pandemia rappresenta da questo punto di vista l’occasione per un cambio di scenario e ha dato una importante indicazione: l’industria e la piccola media impresa hanno retto”.
Lo ha detto Giulio Sapelli, economista, storico e accademico nel corso di “Abruzzo Economy Summit”, la conferenza regionale sui temi dell’economia, della crescita e dello sviluppo che si sta svolgendo a Pescara. Una due giorni denominata anche Stati Generali della economia abruzzese, organizzata dalla società di comunicazione Mirus, in collaborazione con la Regione Abruzzo e Confindustria Chieti Pescara, con il ruolo di media partner affidato al quotidiano Il Sole 24 Ore..
Ha aggiunto Sapelli: “Quella pandemica è stata una crisi esogena, ha colpito la riproduzione dell’offerta e della domanda, viviamo nel capitalismo di merci che si realizza nelle relazione personali, se queste vengono compromesse il sistema va in sofferenza. Ma ora le incertezze sono soprattutto geopolitiche, e l’unica certezza è che l’industria ha tenuto e anche in Abruzzo le piccole e medie imprese non devono inseguire la priorità della crescita dimensionale, ma continuare a fare quello che sanno fare, facendo rete, con l’aiuto delle associazioni di categoria”.
A seguire, moderato da Fabio Tamburini, direttore de Il Sole 24 Ore, il dibattito “Abruzzo e la sfida per la crescita”.
Nicola Mattoscio, presidente Fondazione Pescarabruzzo ha citato nel suo intervento Federico Caffè, grande economista pescarese, che ha indicato già molti anni fa di reinventare il sistema del welfare state, dei nuovi diritti di cittadinanza”.
Ci sono nuove forme di analfabetismo – ha evidenziato -, il futuro è fatto di conoscenza, serve la qualificazione del capitale umano. Non è un caso che da anni la fondazione che rappresento mira alla creazione di un distretto della cultura e della conoscenza, un network che offra servizi alla cittadinanza, opportunità ai giovani, e ne è un esempio l’Imago Museum che sarà inaugurato martedì alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella”.
È la volta del presidente di Confindustria Abruzzo, Marco Fracassi: “La pandemia ci ha impartito un grande insegnamento : la consapevolezza dell’importanza della filiera corta. Le mascherine, ricordo, le abbiamo dovuto importare dalla Cina, con immensi sforzi. Ora diventa evidente che l’Europa ha un limite di fondo: una carenza di energia e minerali strutturale, che impatta violentemente sull’Italia. Scopriamo in queste settimane l’impatto del rincaro dei materiali che peseranno non poco nei bilanci delle imprese. Necessario dunque ripensare la nostra politica energetica, e la transizione ecologica ineludibile va gestita con gradualità”.
Il tema dell’energia è stato affrontato anche da Giuseppe Ranalli, presidente comitato regionale piccola industria di Confindustria Abruzzo: “Nessuno mette in discussione la svolta verso la sostenibilità ma appare problematico e non privo di conseguenze arrivare nel 2030 alla diminuzione del 50% della quota di CO2, tra soli 8 anni. È infatti un processo che richiede tempi e costi importantissimi per le piccole medie imprese, che avrà inevitabili ripercussioni sull’occupazione. Tenuto conto poi che l’Europa emette solo una piccola quota della CO2”.
Nel suo intervento Lido Legnini, vicepresidente vicario Camera di Commercio Chieti-Pescara, ha evidenziato “che Il turismo per l’Abruzzo rappresenta una preziosa risorsa a patto che si sia capaci di imporsi nel mercato internazionale. Occorre condivisione tra pubblico e privato per individuare gli investimenti che vanno effettuati. Siamo una delle regioni con maggiore quantità di aree protette. Prima di questo mutamento le uniche mete turistiche erano quelle marine e qualche impianto sciistico. Ora il buon utilizzo dei fondi del Pnrr, in asset davvero strategici, potrebbe essere cruciale per caratterizzare nei prossimi decenni lo sviluppo e il benessere di questa regione”.
Stefano Cianciotta, presidente di Abruzzo sviluppo, ha a sua volta evidenziato che “la visione relativa alla crescita deve essere di lungo periodo. Non dimentichiamoci che la Germania crescerà della metà, e questo avrà ripercussioni anche per il nostro Paese. Il futuro della nostra regione non può che passare per l’industria, certo integrata con il turismo, la cultura e l’ambiente, ma sono ambiti che restano complementari all’industria”.