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Scenate di gelosia e percosse alla convivente, allontanato

Nell'aquilano sono intervenuti i Carabinieri dopo la richiesta di aiuto della donna al 112

È accusato di maltrattamenti contro familiari o conviventi e lesioni personali aggravate il 40enne che i Carabinieri hanno allontanato dalla casa familiare il 27 marzo.

La vicenda è venuta a galla un sabato sera di pochi giorni fa, quando una pattuglia della Sezione Radiomobile di L’Aquila è intervenuta in un comune dell’aquilano, in soccorso di una giovane donna che si era rivolta al numero unico di emergenza “112” per chiedere aiuto dopo aver ricevuto un calcio dal compagno, uscito di casa prima dell’arrivo dei Carabinieri.

Nel racconto iniziale, come talvolta accade in questi casi, l’episodio era stato riferito minimizzando l’accaduto. I Carabinieri della Stazione del paese in cui risiede il nucleo familiare, capaci di conquistare la fiducia della donna, hanno avviato comunque un’indagine, che ha permesso di mettere in luce una situazione che andava avanti dal 2022, ossia dalla nascita del primo figlio della coppia.

Nei giorni successivi, infatti, la giovane madre ha ricostruito il proprio vissuto familiare degli ultimi tre anni, caratterizzato da scenate di gelosia, insulti, umiliazioni, minacce e percosse, spesso alla presenza dei figli.

Gli elementi raccolti dai Carabinieri, che hanno condotto l’attività di indagine sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di L’Aquila, hanno permesso al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo di disporre le misure dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese, eseguite il 27 marzo dai Carabinieri della Stazione di San Demetrio ne’ Vestini.

Non ritenendo sufficientemente efficace l’applicazione del cosiddetto “braccialetto elettronico” per via della ridotta distanza geografica tra l’abitazione della donna e quella del compagno, al 40enne è stata applicata anche la misura del divieto di dimora nel Comune di residenza della vittima, anch’essa eseguita dai Carabinieri.

Si evidenzia che le persone arrestate o deferite in stato di libertà sono innocenti sino alla pronuncia della sentenza definitiva e che i provvedimenti adottati dalla Polizia Giudiziaria richiedono la necessaria verifica e convalida da parte dell’Autorità Giudiziaria, non implicando alcuna responsabilità accertata.

Comunicato stampa

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