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Sciopero sanità: Anaao, in Abruzzo l’80% di adesioni

Grimaldi: 2 pullman a Roma, siamo a punto di non ritorno

Si attesta intorno all’80%, in linea con la media nazionale, la adesione in Abruzzo allo sciopero generale sulla sanità: dall’Abruzzo sono anche partiti due pullman per Roma che ha permesso a un folto gruppo di operatori sanitari di partecipare alla manifestazione nazionale di protesta.Lo fa sapere il segretario regionale dell’Anaao Assomed, Alessandro Grimaldi, primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, nonché capo dipartimento Medicina della Asl provinciale dell’Aquila e fresco presidente dell’ordine dei medici della provincia dell’Aquila.

Lo sciopero nazionale è stato indetto oltre che dall’Anaao, da Cimo e dal sindacato degli infermieri Nursindap.

“Dopo le promesse iniziali fatte dal Governo nazionale di nuove assunzioni, 30mila tra medici e infermieri, e un miglioramento del trattamento economico non è stato fatto nulla di concreto – spiega Grimaldi – .Siamo scesi in piazza perché l’Italia è il paese che spende di meno sulla sanità in rapporto al Pil. Gli stipendi sono fermi al 1990 e la perdita di acquisto è sotto del 2% mentre in altri paesi europei è salita del 250%. Mentre in altri paesi europei è del 250%. In questa manovra è l’ennesimo definanziamento che si tradurrà in una minore assistenza ai cittadini. Abbiamo scioperato non solo per la nostra condizione ma anche per difendere il diritto alla salute delle persone. In Italia quasi 5 milioni rinvia a curarsi per motivi economici e per il mancato accesso alle cure. Bisogna ripensare il sistema sanitario complessivo e mettere al centro la tutela del diritto alla salute e quella dei diritti degli operatori tutti”.

Secondo Grimaldi, “oggi a Roma piazza Santi Apostoli era gremita nonostante la pioggia, c’è stata una partecipazione notevole, speriamo il grido di allarme sia arrivato. C’è la coscienza che se non cambia qualcosa arriviamo a punto di non ritorno per il quale si puraà curare solo chi avrà la carte di credito in tasca e la sanità sarà privatizzata”.

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