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Scoccia: la rivolta delle donne dem e della Politica femminile sulmonese

"Quella di Marsilio è stata una uscita sessista e allusiva". Solidarietà anche dal sindaco di Sulmona, Annamaria Casini.

In una dura nota stampa, si sono espresse le donne democratiche abruzzesi sul caso della consigliera Marianna Scoccia. “Se la consigliera Scoccia fosse stata di sesso maschile, per commentare il suo posizionamento politico nell’attuale compagine consiliare in Regione Abruzzo il presidente Marsilio avrebbe usato la stessa metafora? Perché dunque usare il corpo delle donne, la loro specificità dovuta all’appartenenza di genere, per dare un parere di natura politica? In una parola perché usare proprio quella locuzione per esprimere un concetto semplice come quello di ‘tenere il piede in due staffe’?
Non solo quella di Marsilio è stata una uscita sessista, e quindi discriminatoria, ma anche allusiva: tipico di una cultura becera che vede nelle donne esseri inferiori, funzionali a soddisfare i bisogni e le necessità degli uomini (della patria, della specie), non meritevoli comunque di rispetto riguardo la loro persona e i loro ruoli, professionali e politici”, così viene formulato l’attacco nei confronti del presidente di Regione.

“È evidente quindi come ancora una volta il governatore Marsilio si sia rivelato totalmente inadeguato al ruolo che ricopre, totalmente. Scoprendosi per quello che è: l’interprete di un potere machista e clientelare. Così come inadeguata sembra la risata della consigliera Bocchino, incapace di ogni tipo di solidarietà femminile (visto che le discriminazioni sessuali molto spesso non hanno colore politico e lei per prima siamo certe avrà avuto modo di sperimentarlo da sé) tanto più dal momento che proprio lei è stata prima firmataria di una proposta di legge per il combattere il bullismo e il cyberbullismo, che altro non è che l’uso dei social e della tecnologia spesso proprio contro le donne e le ragazze, sempre più vittime di violenti attacchi di revenge porn e odio in rete”, si legge ancora nella nota stampa.

“Per questo la solidarietà che intendiamo esprimere ha un carattere fortemente improntato al rispetto dell’autodeterminazione e dell’integrità personale di tutte quelle donne che decidono, con grande senso di responsabilità, di prendere parte alla vita politica del loro paese e dei propri territori. La discriminazione in base al sesso è un atteggiamento grave, lesivo della dignità, insultante e impensabile all’interno di un luogo istituzionale come quello dell’assise regionale. Indica un difetto che se non riguarda tutti gli uomini, di certo attiene ad alcuni di loro, ancora troppi – secondo noi”.

ANCHE IL SINDACO DI SULMONA CONTRO MARSILIO – “Unitamente alle consigliere comunali di Sulmona Deborah D’amico, Antonella D’Antino e Claudia Fauci esprimo solidarietà alla consigliera regionale Marianna Scoccia cui il Presidente Marco Marsilio ha rivolto un commento sessista che indigna sotto il profilo umano, istituzionale e politico. Una infelicissima battuta, che con compiacimento è stata pronunciata dal Presidente di Regione e ha liquidato una vicenda politica che avrebbe meritato ben altre considerazioni. E ancor peggio sottolineata dall’ilarità di una collega donna che avrebbe invece dovuto sentirsi ferita e indignata per tale inopportuno commento che offende tutte le donne”, si legge sul profilo Facebook del sindaco Casini.

“Questa è la misura dei valori di cui è portatrice questa classe politica regionale che dovrebbe promuovere, tra le altre cose, la cultura del rispetto di genere come delle stesse istituzioni che rappresenta. Invece sì dimostra ancora una volta l’arroganza e la deriva di questa Regione che chiusa nelle sue dinamiche di palazzo autoreferenziali, ha perso di vista completamente il senso del suo ruolo istituzionale sapendo usare solo toni dispregiativi e ora sessisti nei confronti di chi non è allineato o ha l’ardire di denunciare, evitando così un confronto nel merito politico come forse tutti gli abruzzesi si sarebbero aspettati. Non si capisce come le fans locali di Marsilio in consiglio comunale, dopo averne ciecamente osannato l’operato in questi giorni, possano ora tacere”, questa la conclusione.

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