Piazza Fiume a Collettara di Scoppito è stata restituita alla collettività dopo i lavori di rigenerazione urbana. La notizia, senz’altro positiva, è stata tuttavia turbata dalla scomparsa della Panchina Rossa installata in quella piazza nel 2020, proprio in collaborazione con l’amministrazione precedente. La panchina rossa è un progetto culturale, sociale e comunitario di carattere nazionale che mira a visualizzare negli spazi pubblici la lotta per la consapevolezza, l’informazione, la prevenzione e la sensibilizzazione contro la violenza di genere e il femminicidio.
“Ricordiamo che ogni panchina rossa presente su suolo nazionale ha inciso il numero da chiamare in caso di pericolo. – scrivono in una nota Alessandra Petracca, Silvana Pawlik, Valentina Raparelli, Francesca Rossilli, Francesca Russo e Pamela Soncini – Se è stato sconvolgente scoprire che la scelta di non riapporre la panchina rossa è caduta proprio nel decimo anno di vita di questo progetto e proprio a ridosso dell’annus horribilis del 2023, quel che ha ferito maggiormente è stata la mancanza di dialogo, che pure ci saremmo aspettate dall’attuale giunta comunale. Confidiamo pertanto in un incontro con il sindaco Dott. Lombardi per discutere le modalità di ripristino della panchina rossa, certe che questo progetto, nato per salvare vite umane, possa trovare, meglio di ieri, un posto d’onore in un luogo rigenerato della collettività”.
“In quell’occasione ricorderemo al sindaco che la mancanza di parità di genere all’interno della Giunta Comunale non solo non rispetta i principi della Legge 56/2016, c.d. Legge Del Rio, ma priva la comunità di un’opportunità di confronto e crescita; la Giunta del Comune di Scoppito è rappresentata infatti all’80% dal genere maschile, esponendo l’amministrazione alle conseguenze che potrebbero derivare dalla violazione della norma. Chiederemo dunque al sindaco Dott. Lombardi di provvedere a ristabilire il principio di equilibrio di genere all’interno della sua Giunta Comunale cosi da poter rispettare la Legge e allargare gli orizzonti culturali della comunità”, questa la conclusione.