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Scuole e aree interne, la proposta di Uncem

Berardinetti, presidente Uncem Abruzzo: "Rivedere i parametri scolastici, serve un cambio di passo"

COMUNICATO STAMPA

“È giunto il momento di aprire un confronto serio per rivedere i parametri scolastici nelle aree interne dell’Abruzzo, colpite duramente dal fenomeno dello spopolamento”. Questa la proposta di Lorenzo Berardinetti, presidente di Uncem Abruzzo, a margine della Commissione Interistituzionale Provinciale per il dimensionamento della rete scolastica. Da troppo tempo, ormai, si è abituati alla corsa contro il tempo per salvare le scuole dei piccoli comuni montani d’Abruzzo arrivate anche sul grande schermo grazie al film “Un mondo a parte” di Riccardo Milani. Serve quindi un cambio di passo per fare in modo che le norme si adeguino ai cambiamenti e vadano incontro alle esigenze delle comunità, a partire da quelli più piccoli.

“Troppi paesi sono costretti a chiudere le classi per mancanza di iscrizioni, e questo è inaccettabile”, ha proseguito Berardinetti, “attualmente, il tetto minimo per formare una classe è fissato a sette alunni. Se non si raggiunge questa soglia, la classe non si forma e, di conseguenza, alunni e insegnanti vengono persi. Le aree interne non sono un mondo a parte, ma sono parte del mondo e meritano un’altra opportunità e la scuola è un servizio essenziale per mantenere vive le comunità. Non possiamo permettere che per uno o due alunni in meno una scuola venga privata delle sue classi, obbligando le famiglie a percorrere anche 15 o 20 chilometri per portare i propri figli nella scuola più vicina. Dobbiamo subito intervenire per evitare la chiusura delle scuole e garantire il diritto all’istruzione anche nei piccoli comuni. Ci sono scuole di paesi al di sotto dei 3mila abitanti dove l’offerta formativa è ampia e variegata, non possiamo permettere che queste realtà muoiano”.

In Abruzzo, ci sono 173 comuni con una popolazione inferiore a 3.000 abitanti, su un totale di 305 comuni nella regione. Questa situazione è particolarmente diffusa nelle aree montane e collinari, dove i piccoli borghi caratterizzano gran parte del territorio abruzzese.
Questi comuni rappresentano una sfida demografica e sociale, con problematiche legate allo spopolamento, all’invecchiamento della popolazione e alla gestione dei servizi essenziali.

Berardinetti ha sottolineato la necessità di un’azione congiunta: “È indispensabile che tutte le parti coinvolte – dalla Regione, al Provveditorato, fino alle organizzazioni sindacali – si siedano a un tavolo per lavorare insieme alla revisione dei parametri. Dobbiamo creare delle norme che tengano conto delle specificità del territorio, offrendo così un’opportunità reale per contrastare lo spopolamento soprattutto nei comuni al di sotto dei 3mila abitanti che sono più della metà in Abruzzo. È proprio offrendo servizi, come la scuola, che possiamo rendere questi paesi più attrattivi per le famiglie.”

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