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Scurcola, Mammarella: “Ex sindaco ha passato limiti decenza”

Il consigliere comunale Fabio Mammarella replica punto per punto alle accuse dell'ex primo cittadino Morgante

“Sono rimasto esterrefatto nel leggere l’articolo della Sig.ra Morgante che questa volta ha davvero passato i limiti della decenza, con delle calunnie assolutamente intollerabili“.

È quanto dichiara in una nota il consigliere comunale Fabio Mammarella in risposta alle parole dell’ex primo cittadino del Comune di Scurcola Marsicana Maria Olimpia Morgante, a capo di un’amministrazione che è caduta prima del normale termine di mandato.

Morgante aveva parlato di “Sei personaggi in cerca, non di autore, ma di tornaconti personali”, “rei” di aver voluto far cadere l’Amministrazione.

“Avendomi coinvolto direttamente, essendo uno dei sei ‘personaggi’ citati, è opportuno fare, da parte mia, un minimo di chiarezza”, aggiunge.

LA NOTA COMPLETA

Partiamo dal presupposto che la prima frase risulta essere falsa e tendenziosa per tre motivi ineccepibili:

1) Io personalmente non ho nessun “tornaconto personale” dalla vicenda per tutti i motivi che eventualmente vorrà espormi la Sig.ra Morgante, a partire dal fatto che la decisione di non candidarmi alla prossima tornata elettorale l’ho presa già prima del commissariamento, pertanto, i tornaconti personali, politici e familiari, se ci sono stati, non sono di certo attribuibili al sottoscritto, ma a qualche altra figura all’interno di tutto il Consiglio Comunale.

Ritengo, pertanto, gravissime tali affermazioni e invito la Sig.ra Morgante a non usarle più nei miei confronti.

2) La maggioranza in Consiglio Comunale non esisteva più ed era di fatto e numericamente non più rappresentativa, essendosi dimesso (nella settimana prima del commissariamento e dopo un anno di attriti) il consigliere delegato alla cultura Franco Farina; a questo si aggiunge anche che i rapporti della Sig.ra Morgante con la ex vice Sindaca Roberta Bartolucci erano praticamente interrotti da un anno e mezzo e la cosa sarebbe degenerata ufficialmente di lì a qualche giorno.

3) A Settembre 2020 (in uno degli ultimi Consigli Comunali svoltisi e quando c’era ancora una maggioranza, ormai fragile e corrosa) la ex Sindaca ha chiesto al sottoscritto di fare da Presidente del Consiglio e di votare a favore dei punti all’O.d.G. perché non aveva i numeri per passare; il sottoscritto, senza batter ciglio, è stato presente e ha adempiuto al suo compito di consigliere, perché ha da sempre creduto nel progetto di risanamento del nostro Ente (e sulla quale argomentazione ha sempre votato a favore negli ultimi anni, anche quando era in minoranza).

Altro motivo della mia presenza era anche, ed ovviamente, quello di non far cadere l’amministrazione.

Domanda: non poteva essere questa l’occasione, da parte del sottoscritto, per far cadere l’amministrazione Morgante?

Non l’ho fatto, ma non l’ho nemmeno pensato!

Dunque, la Sig.a Morgante ha scritto decisamente un pezzo di storia di questo paese (senza entrare nel merito delle vicende che verranno ricordate) ma quando parla di coraggio, vanno fatte due precisazioni imprescindibili che la ex Sindaca dimentica: il Piano di Riequilibrio era obbligatorio (non si richiedeva coraggio, ma coscienza istituzionale) e c’era bisogno dell’unanimità della maggioranza nell’affrontarlo; erano certe le difficili conseguenze di queste scelte obbligate, ma lo sforzo è stato fatto e condiviso da tutti, non solo da lei.

Riguardo ai pugnalatori, quello che il lettore non conosce è che l’ex Sindaca sapeva perfettamente cosa stava accadendo, perché era stata messa al corrente di tutto, attraverso colloqui intercorsi nelle settimane precedenti il commissariamento con i “personaggi” da lei citati, ed era consapevole che la situazione, all’interno del Consiglio Comunale, sarebbe gravemente degenerata di lì a poco, ma non ha fatto nulla per risolverla e/o affrontare un percorso conciliatorio.

Chiunque con un pizzico di sensata ragionevolezza, capisce che tali affermazioni sono opinabili e fuorvianti e se un Sindaco non è in grado di essere risolutivo in talune contingenze, qualche domanda sulla sua efficienza nasce spontanea.

Morale della favola: addossare in certe circostanze la responsabilità solo agli altri, senza fare un minimo di autocritica ed assumersi anche una esigua parte di responsabilità, non manifesta saper fare sana politica o avere dignità, ma forse rappresenta supponenza e mancanza di umiltà.

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