Una “scommessa artistica”, frutto di lungo cammino fatto di studio, ricerca e impegno. Nasce da questo percorso la mostra che dal 15 al 27 ottobre prossimo vedrà sette artisti abruzzesi ospiti della prestigiosa Galleria d’Arte Sartori di Mantova. A rendere possibile l’appuntamento è stato l’ormai pluriennale sodalizio che lega lo spazio della città virgiliana, aperto nel lontano 1974, alla pittrice teatina Gabriella Capodiferro, che stavolta ha deciso di presentare le opere di sette esponenti della scuola che porta il suo nome, attraverso l’associazione Movimento del Guardare Creativo nata alcuni anni fa: si tratta di Fernanda Colangeli, Concita De Palma, Marilena Evangelista, Marco Iannetti, Teresa Michetti, Silvia Orlandi, Nicoletta Testa, artisti che saranno presenti a Mantova con quattro opere ciascuno nella collettiva che porta il titolo “Pittura, stili, reinvenzioni”.
«Pittura, stili e reinvenzioni non è il titolo di un evento, ma il frutto di un’esperienza ultra ventennale di un gruppo di allievi della scuola-laboratorio del Movimento del Guardare Creativo: allievi che dall’hobby colto sono passati a una maturità professionale ben evidente, oggi, nel loro operare: un manipolo di coraggiosi che si sono rimessi in discussione guardando il proprio lavoro con occhi nuovi» illustra Gabriella Capodiferro. La mostra di metà ottobre rappresenta una sorta di ideale secondo tempo dell’anteprima – correva gennaio del 2020 – in cui la Capodiferro, sempre nella galleria mantovana, aveva esposto le sue opere assieme a quelle di alcuni allievi in una collettiva dal titolo “Gabriella Capodiferro cum discipulis”: discepoli che adesso hanno imboccato una loro autonoma strada.
A spiegare il senso e la linea dell’evento è il critico d’arte Chiara Strozzieri, che ne ha curato il catalogo: «L’idea della mostra è in linea con il percorso che l’associazione si è dato, ovvero sviluppare uno spirito critico nei confronti di tutto ciò che va osservato, in primis l’arte. E lo stesso approccio è suggerito anche allo spettatore, al quale viene richiesto di non sostare passivamente di fronte a un quadro o a una scultura, o ancora a una fotografia; quanto piuttosto di attivare tutte le connessioni con il proprio mondo fantastico e il personale bagaglio di esperienze, per leggere e valutare l’opera». A legare tra loro con un filo invisibile le 28 opere esposte a Mantova pensa lo studio che i componenti del gruppo insieme hanno portato avanti con la loro maestra d’arte: l’Interazione del colore di Josef Albers.