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Settimana mal di testa, servono più medici

Per garantire l'accesso alle nuove terapie

Un cambio di marcia nei modelli di cura delle cefalee per garantire a chi ne ha diritto l’utilizzo di terapie innovative.

Ma per fare questo serve allargare il numero dei medici competenti ampliando con nuovi modelli educativi la base degli specialisti.Questo uno dei temi centrali della settimana del Mal di Testa, che si celebra quest’anno dal 9 al 15 Maggio.

“Le varie Società Scientifiche che agiscono sul campo nazionale delle cefalee pur coprendo il territorio nazionale assistenziale – afferma il presidente della Fondazione italiana per lo Studio delle Cefalee, Paolo Martelletti – presentano evidenti difficoltà nel garantire la capillarità necessaria per la copertura assistenziale di una patologia cronica già riconosciuta per legge come ‘sociale’, quale la cefalea cronica”.

Secondo l’esperto “appare evidente che gli attuali modelli organizzativi di cura, incentrati solo sui Centri Cefalee, siano ormai del tutto inadeguati e insufficienti.

La controprova è nelle lunghissime liste di attesa per accedere a tali strutture, fenomeno che produce una automatica progressione verso la cronicità e un conseguenziale eccesso di automedicazione ed abuso di analgesici”, a fronte di un’offerta che la Sanità Pubblica è in grado di dare in termini di terapie di prevenzione dell’emicrania altamente efficaci e con un elevato profilo di sicurezza, come gli anticorpi monoclonali.

La semplificazione delle modalità di accesso alle cure innovative è già sul tavolo del ministero della Salute, ma occorrono soprattutto specialisti. “Migliorare l’accesso per garantire a chi ne ha diritto l’utilizzo di terapie innovative senza avere un sufficiente numero di medici competenti – sottolinea Martelletti – è una strada chiusa che non risolve il problema”.

La Formazione sulle Cefalee per medici di qualsiasi disciplina, neurologi, internisti, anestesisti, medici di pronto soccorso, ginecologi, e non ultimi medici di medicina generale “i quali tutti insieme ogni giorno vedono nella pratica clinica immediata anche pazienti con emicrania – questa la proposta del presidente della Fondazione italiana per lo Studio delle Cefalee – può rappresentare un valido punto di soluzione alla strettoia di accesso esistente nei Centri Cefalee, che, peraltro, in aggiunta alla difficoltà di accesso, presentano disomogeneità geografica in termini di presenza numerica”.

Esistono già corsi di formazione. Il prossimo – gratuito – è dal 20 al 22 luglio all’Università Sapienza di Roma in modalità ibrida, sia in sede che da remoto aperto a tutti i medici di ogni disciplina (programma e iscrizione gratuita a: https://ehf2017.com/application-form/).

Una formazione capillare necessaria, in Italia, come nel mondo, per far fronte a una ‘pandemia del dolore’ sempre più dilangante. Secondo una recente revisione dei dati di epidemiologia della cefalea pubblicata da Lars Jacob Stovner dell’Università di Trondheim in Norvegia, sulla rivista scientifica The Journal of Headache and Pain il 12 aprile scorso, a livello globale la cefalea colpisce il 52% della popolazione, l’emicrania il 14%, la cefalea tensiva il 26% e la cefalea cronica il 4,6% e ogni giorno il 15,8% della popolazione ha una forma di mal di testa.

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