I miracoli avvengono quando la vita la si vive col cuore pieno, forse. Quando non è giusto. Quando, nonostante tutto, la lotta procede, continua. La speranza non muore, anzi si intestardisce. Si è svegliato dopo due mesi di coma, dopo un incidente terribile, avvenuto in alta montagna. Era il primo novembre del 2020, quando il ragazzo di 16 anni, esperto alpinista di Magliano de’ Marsi e innamorato perso della montagna, salito sul Gran Sasso, alla volta del versante teramano assieme ad un suo amico di 27 anni, è rimasto vittima di una terribile caduta.
Precipitò dal Corno Grande, da un’altezza di 100 metri.
Subito soccorso e ricoverato d’urgenza, venne sottoposto a tre interventi chirurgici nell”immediatezza. Oggi, S.V., il 16enne di Magliano de’ Marsi, con una forza incredibile nell’amico e senza paura, è tornato a sorridere. “Il 12 agosto, mio figlio compirà 17 anni e sicuramente sarà a casa, dai suoi affetti”. La mamma è andata a trovarlo proprio ieri, in Ospedale. Ora è ricoverato nel reparto di Neurologia dell’Ospedale Mazzini di Teramo, dopo essere stato curato e accudito in rianimazione. “Si è svegliato completamente dal coma, due settimane fa. Adesso sta benissimo, – afferma la madre – è sorridente. All’inizio – racconta la donna con la voce un poco rotta dall’emozione e, probabilmente, dal ricordo – non mi avevano dato alcuna speranza. Posso dire che mio figlio, vista la caduta e l’entità dell’incidente in montagna, è stato un miracolato“.
S. precipitò dal Gran Sasso insieme al suo amico di cordata, Enzo Ventimiglia di 27 anni. Erano a quota 2700 metri. “Ieri – aggiunge la madre – gli ho detto di farmi una foto mentre sorrideva, così da mandarla ai nostri amici più stretti. In queste ore, dico la verità, sono stata sommersa di telefonate di affetto. Aspettiamo che arrivi da Bologna la placca di cui necessita. Dall’incidente, che è stato davvero orribile, mio figlio ha riportato diversi traumi, danni neurologici e al bacino, nonché al torace. Gli hanno asportato anche la milza. La riabilitazione sarà lunga, ci hanno detto: credo almeno 4 o 5 mesi di tempo”. A causare la tragedia sarebbe stata una placca di ghiaccio che si staccò a causa del forte vento.
L’incidente avvenne sul Gran Sasso, sopra il Rifugio Franchetti, nel territorio di Pietracamela, in Provincia di Teramo. “Di quella giornata non si ricorda nulla, ha un vuoto. Ora – conclude la mamma del 16enne – ancora non può parlare, perché è ancora attaccato al tubo tracheale, questo verrà tolto dopo l’intervento alla testa, che verrà eseguito la prossima settimana”.