Una valutazione della situazione di emergenza causata dalla siccità e possibili misure di intervento. Saranno questi i temi, secondo quanto s’apprende, di una riunione del governo che dovrebbe svolgersi in settimana.
“A fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, chiediamo che venga dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati, tenuto conto del grave pregiudizio degli interessi nazionali”. E’ quanto chiesto dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini nella lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi in merito alla grave siccità che interessa la Penisola nel chiedere “l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico”.
Accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione, per Prandini “appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo. Raccogliamo – denuncia il presidente della Coldiretti – solo l’11% dell’acqua piovana e potremmo arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi come quella che stiamo soffrendo anche quest’anno.
Si tratta di emergenze sempre più ricorrenti con un costo negli ultimi 10 anni che supera i 10 miliardi di euro e per questo – conclude Prandini – “l’Italia ha bisogno di nuovi invasi a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che in presenza di acqua potrebbe moltiplicare la capacità produttiva”.
Fontana: “La situazione è più drammatica di quello che possa apparire. Sarà ancora gestibile per i prossimi 10, massimo 15 giorni. Se nel frattempo non arrivano forti piogge, diventerà veramente drammatica”. Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, parlando a TgCom24 del problema siccità.
“Per quanto riguarda l’uso civico – ha rassicurato Fontana – non siamo ancora nello stato di emergenza, perché grazie al cielo la situazione per l’acqua potabile è ancora sotto controllo”, ma “è chiaro che presto dovremo valutare le conseguenze della calamità sull’agricoltura. Lo stato di calamità si può chiedere nel momento in cui si accertino dei danni. Noi stiamo facendo delle indagini, stiamo parlando con le associazioni di categoria e appena dovessero emergere, chiederemmo lo stato di calamità”.
Nel frattempo la strategia è quella di “avere un uso non eccessivo di questa risorsa che sta diventando sempre più preziosa”. In alcuni Comuni “iniziano ad esserci tentativi di tenere sotto controllo la situazione, evitando gli sprechi”. Sul fronte agricolo – ha aggiunto Fontana – “stiamo lavorando con i bacini idroelettrici e abbiamo ottenuto da loro un accordo in base al quale nella prossima settimana verranno rilasciati ogni giorno 4 milioni di metri cubi di acqua, che dovrà essere utilizzata per rialzare minimamente il livello dei laghi e che verrà poi utilizzata per irrigare i campi”.