“Vorrei ricordare all’assessore Francesco De Santis che il suo centrodestra governa la città da ben sette anni e il Paese da oramai un anno e mezzo, quindi lanciando strali sull’assenza di sicurezza all’Aquila o ha sbagliato indirizzo, o si prepara a cambiare casacca o, molto più prosaicamente, la butta in caciara per raccattare consensi in vista delle regionali – dove i sondaggi danno la sua Lega in caduta libera – o delle europee, un po’ come il suo partito sta provando a fare strumentalizzando le battaglie del mondo agricolo”.
Lo afferma Stefano Albano, capogruppo del Partito democratico al Consiglio comunale dell’Aquila.
“Nel merito, le parole si commentano da sole, è la classica propaganda leghista contro lo straniero in salsa populista. Piuttosto, bisognerebbe interrogarsi su quale impegno abbia profuso l’amministrazione comunale in tutti questi anni per favorire l’integrazione. De Santis punta l’indice contro il degrado del Progetto C.a.s.e., abbandonato dal Comune che amministra, con alloggi saccheggiati, verde pubblico nel degrado, infissi divelti e chi più ne ha più ne metta – è sufficiente farsi un giro a Sassa Nsi, ad esempio – e sbraita contro non si sa chi, considerando che il suo centrodestra governa oramai tutto!”.
“Stendiamo un velo pietoso, poi, sulla definizione di clandestini: sarebbero loro, secondo De Santis, i responsabili della fine della quiete in città. Addirittura quelli di seconda generazione, come se lo Stato italiano – prefettura in primis – permettesse la permanenza di stranieri non in regola con il permesso di soggiorno per anni e anni! Punta l’indice, poi, contro la città ‘aristocratica’, mi domando se sia la stessa evocata dal suo sindaco per giustificare il diniego ad avere all’Aquila Saviano o Zerocalcare”.
“Insomma, un’altra uscita improvvida da parte dell’assessore che, forse, oggi dovrebbe assumere una condotta più consona al ruolo che ricopre, che non è più quello di un urlatore ma neppure di semplice consigliere comunale”, aggiunge il capogruppo del Pd.
“Voglio cogliere l’occasione”, conclude Albano, “per ringraziare le tante realtà – associative e non – che, quotidianamente e spesso senza alcun sostegno pubblico, si occupano di assistenza, formazione e inserimento nel mondo del lavoro dei tanti stranieri presenti in città, contribuendo alla loro integrazione non con una logica assistenzialista ma attraverso buone pratiche. A loro sì che dobbiamo riconoscere dei meriti e non mi pare che De Santis gli rivolga mai neanche uno sguardo!”.