“Guardare gli occhi di quei bambini e di quelle donne che scappano dagli orrori della guerra ti permette di intravederne la paura e lo sgomento”. Inizia così la nota a firma delle Segreterie provinciali Siup e Salp, le organizzazioni rappresentative del personale di Polizia di Stato.
“Per noi poliziotti l’empatia con le vittime fa parte del corredo da lavoro, perché siamo sempre lì pronti a soccorrere, a tutelare, a proteggere e a confortare: è il nostro lavoro.
Per noi poliziotti aquilani, gli occhi dei profughi ucraini risvegliano ricordi e sensazioni sopite, ma mai dimenticate: all’alba del terremoto, ci siamo svegliati in una città distrutta e ci siamo dovuti confrontare con l’orrore di aver perso i propri cari e la paura che il mostro ci aggredisse di nuovo, con il desiderio di fuggire per mettere in salvo i superstiti e la necessità di affrontare la situazione: sistemare le famiglie ed accorrere in soccorso della città e dei suoi abitanti.
Non possiamo dimenticare i volti terrorizzati, in cui leggevamo il nostro stesso terrore, lo sconforto di non sapere cosa sarebbe accaduto domani e la certezza che ciò che era fino a ieri non sarebbe più stato: una valigia, i più fortunati, per raccogliere in fretta e furia poche cose o tutta una vita.
Sensazioni che, in quanto aquilani, più di altri sappiamo leggere negli occhi di quelle persone che ora scappano dal mostro della guerra, con l’aggravante di non sapere se e quando poter tornare.
Le nostre organizzazioni sindacali di Polizia SIULP e SAP hanno già raccolto la sfida della tragedia della guerra, avviando campagne di raccolta e assicurato donazioni sostanziose di fondi a favore dei profughi: numerose ancora saranno le iniziative a livello nazionale.
Ma qui, a L’Aquila, le Segreterie provinciali delle stesse associazioni sindacali non possono che rivolgere innanzitutto un plauso ai colleghi che, come sempre, sono pronti a svolgere il servizio senza sosta e in condizioni di emergenza: l’arrivo dei profughi, infatti, comporterà un incremento di lavoro in tutti i settori, che la Questura dovrà affrontare con le risorse oramai sempre più esigue di cui dispone attraverso turni massacranti in qualsiasi settore per garantire il controllo del territorio e l’ordine e la sicurezza pubblica, che stanno mettendo a dura prova gli uomini in divisa.
Purtroppo, però, come avevamo previsto, sin dalla prima gestione dei rifugiati il Questore dell’Aquila ha violato le norme che tutelano l’incolumità e la sicurezza dei poliziotti, imponendo turni doppi non convenzionali.
Riteniamo che i proclami di facciata e le minimizzazioni esternate dal Questore non siano state adeguate alla realtà e ancor meno lungimiranti. Oggi sono sotto gli occhi di tutti le continue tensioni sociali, anche nella provincia aquilana, legate al mondo del lavoro e del precariato, alla microcriminalità, alle baby gang fino ad arrivare a reati meno allarmanti come le scritte murarie che rappresentano comunque reati sentinella di un contesto sociale invia di degrado.
Ecco perché, SIULP e SAP, le organizzazioni maggiormente rappresentative del personale della Polizia di Stato, nel contestare le violazioni contrattuali e prendendo le distanze dai proclami irrealisti e di facciata, auspicano che, anche questa volta, di poter dare il massimo conforto a chi soffre, mantenendo, allo stesso tempo, uno standard di sicurezza elevato per tutti i cittadini, nonostante la carenza degli organici e l’età particolarmente elevata dei poliziotti aquilani”.