E’ un punto di non ritorno quello descritto dai sindacati della Sanità, per quel che concerne la gestione dell’emergenza Covid nella Provincia dell’Aquila da parte della Asl 1. Come se fossimo arrivati al capolinea, con il virus, però, che continua a progredire e a fare dell’Aquila, ad oggi, nella famosa seconda ondata del Sars-Cov-2, la Provincia più colpita delle 4 abruzzesi. “Da ciò che si apprende, sia dalle istituzioni regionali, sia dalla stampa locale, che dalle lavoratrici e lavoratori della Sanità Provinciale, emerge un quadro drammatico e di estrema difficoltà. Innanzitutto, va rilevata l’enorme e strutturale carenza di personale che, già prima dell’emergenza sanitaria, rappresentava la criticità maggiore della ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila con un fabbisogno carente stimabile in oltre 800 addetti tra tutte le figure professionali”. Comincia così la lettera aperta firmata dal segretario Generale CGIL nella Provincia dell’Aquila, Marrelli, e dal segretario Generale FP CGIL Anthony Pasqualone e indirizzata ad autorità di alto profilo politico e istituzionale, come lo stesso premier Conte o lo stesso commissario straordinario per l’emergenza Covid in Italia, Domenico Arcuri.
“A partire – scrivono i due sindacalisti – dal mese di febbraio a tutt’oggi poco o nulla è stato fatto per reperire nell’immediato nuova forza lavoro, al fine di sopperire alle già drammatiche carenze e nella prospettiva di dover affrontare una impennata di ricoveri dovuti alla pandemia. Tant’è che nelle ultime settimane la ASL, con estrema approssimazione, ha trasferito il personale sanitario (per lo più infermieri) da un Presidio Ospedaliero all’altro, in particolare da Avezzano verso L’Aquila e da Sulmona verso Avezzano. Con il solo risultato di determinare ancor di più il depauperamento di personale all’interno di ogni singolo Presidio Ospedaliero, già di per sé gravemente carente di risorse umane”.
“Il personale si trova in una condizione di estremo disagio per aver affrontato, nella prima fase, l’emergenza sanitaria senza nemmeno aver potuto fruire dei tempi di riposo necessari al recupero psico-fisico. Risultano carenti il personale che deve prestare assistenza ai pazienti COVID in ambito Ospedaliero (Terapie Intensive e Malattie Infettive) e Territoriale (USCA); il personale che dovrebbe essere destinato all’esecuzione dei Tamponi e del conseguente tracciamento sanitario dei contatti; il personale dei servizi di Emergenza/Urgenza (Pre-triage, Pronto Soccorso e 118); il personale dei servizi di Diagnosi (Radiologia e Laboratori Analisi). Così come è carente il personale in ogni struttura sanitaria, in ogni reparto e/o Servizio della ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila”.
“Riteniamo sia altrettanto grave la mancata esecuzione, costante, periodica e programmata, dei Tamponi a tutto il personale della ASL, a partire da quello maggiormente esposto. Sappiamo da segnalazioni che provengono direttamente dalle lavoratrici e dai lavoratori che, nei confronti di molti di loro, ancora non è stato mai eseguito alcun tampone; mentre, ad altri, il primo tampone, dall’inizio della pandemia, è stato eseguito solo alcuni giorni fa. In questi ultimi giorni, si è addirittura venuti a conoscenza della indisponibilità di Tamponi e reagenti, per cui centinaia di persone, tra lavoratrici, lavoratori e cittadine e cittadini, sono ancora in attesa di essere sottoposti all’accertamento sanitario relativo al contagio da Coronavirus”, si legge nella lettera aperta.
Già da qualche giorno, inoltre, i sindacati denunciano la carenza di Posti Letto COVID nella ASL 1. “Addirittura, nei giorni scorsi si sono registrati dei decessi nelle ambulanze, come accaduto nel Nosocomio di Avezzano, a causa della impossibilità di poter precedere al ricovero nelle strutture preposte. Quanto sta accadendo è assolutamente inaccettabile e lede palesemente il diritto alla salute di ogni donna ed ogni uomo della nostra comunità, mettendo ogni giorno a repentaglio la vita di ognuno ed ognuna”.
Il quadro, così descritto, sta comportando “un esponenziale aumento dei contagi nel nostro territorio, collocando la Provincia dell’Aquila tra le più colpite della Regione Abruzzo, con l’inerzia della politica e l’incapacità della stessa ad effettuare una seria programmazione, nonostante gli 8 mesi trascorsi dall’inizio della pandemia e nonostante un periodo di tregua nei mesi estivi, che avrebbe consentito un adeguamento, sia sul fronte del personale rispetto alle effettive esigenze, sia sul fronte strutturale e strumentale, rispetto ad una ripresa della curva dei contagi, annunciata, ampiamente prevedibile e denunciata da tutta la comunità scientifica internazionale. Non secondario, ciò che accade anche sul fronte del tracciamento dei contatti, ormai totalmente fuori controllo nella nostra Provincia, con una gravissima conseguenza in termini di salvaguardia della salute pubblica”.
“Siamo fortemente preoccupati per la tenuta dell’intero Sistema Sanitario, a partire dall’integrità psicofisica di lavoratrici e lavoratori che sono di nuovo chiamati a far fronte ad una fase dell’emergenza ancor più grave di quella precedente che ha di per se, tra l’altro, una prospettiva temporale ben più lunga da fronteggiare, cosi come esprimiamo profonda preoccupazione per cittadine e cittadini che vedono venir meno l’accesso alle cure e quindi la lesione ad un diritto Costituzionalmente garantito.
Chiediamo, pertanto, un Vostro intervento autorevole finalizzato ad una immediata risoluzione delle notevoli problematiche suesposte pur comprendendo il drammatico periodo che sta attraversando l’intero Paese”, questa la conclusione.