L’assemblea dell’Ordine degli Avvocati di Avezzano ha annunciato l’astensione dalle udienze per tre mesi per scongiurare la chiusura del Tribunale di Avezzano. La presa di posizione è stata deliberata dall’assemblea riunita questa mattina al Castello Orsini.
L’astensione mira a smuovere le acque per l’inserimento dell’emendamento a sostegno dei tribunali di Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano nel decreto milleproroghe. Una strada, quest’ultima, battuta anche dai parlamentari abruzzesi dopo l’approvazione da parte della Camera di un ordine del giorno, a prima firma del deputato di Italia Viva Camillo D’Alessandro, sottoscritto dagli altri deputati abruzzesi Colletti, Vacca, Grippa, Pezzopane, Corneli e accolto dal Governo, che prevede l’impegno a verificare la possibilità di inserire, in un prossimo utile provvedimento, la proroga della chiusura dei tribunali nelle more della riforma della geografia giudiziaria.
L’astensione dalle udienze per tre mesi, deliberata dall’ordine degli avvocati di Avezzano nel rispetto del codice di autoregolamentazione, prevede la comunicazione al capo dell’Ufficio dieci giorni prima dell’inizio dell’astensione che non può durare per un periodo consecutivo superiore agli 8 giorni. Nei tre mesi, dunque, verranno programmati 8 giorni di astensione al mese.
“Ritengo che l’astensione non sia la forma giusta di protesta, tuttavia nel nostro caso si può ipotizzare che la mancata partecipazione ai processi possa sensibilizzare l’attenzione sulla conversione in legge del decreto milleproroghe, all’interno del quale auspichiamo possa essere inserito l’emendamento che preveda la proroga della chiusura del nostro Tribunale”, ha spiegato l’avvocato Guido Ponziani.
“La ratio – continua Ponziani – che dovrebbe giustificare la proroga è la medesima che ne ha determinato il primo slittamento, vale a dire l’impossibilità per il Palazzo di Giustizia di L’Aquila di accorpare i Tribunali di Avezzano e di Sulmona. Come è noto la prima proroga (2012) venne concessa sul presupposto che erano in corso i lavori di adeguamento del Palazzo di Giustizia di L’Aquila ricostruito dopo il sisma del 2009. Oggi la situazione è mutata di poco laddove si pensi che ancora non è stato ripristinato il parcheggio antistante l’ingresso. Ad aggravare la situazione, poi, vi sono i lavori di adeguamento sismico del tratto autostradale della A/24 che hanno determinato la demolizione di diversi ponti non ancora ricostruiti”.
“Tutto ciò – conclude il legale – deve indurre ad una proroga ed è per questo che, a mio giudizio, sarebbe opportuno che i capi degli Uffici (Tribunale e Corte d’Appello di L’Aquila), laddove effettivamente fosse vera l’impossibilità ad accorpare i Tribunali sopprimendi, lo dichiarassero in una nota da trasmettere al governo prima della conversione in legge del decreto mille proroghe, in modo da poter sperare nell’emendamento che, oggi, resta l’unica àncora di salvezza”.