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Sostegno alle imprese, interviene Albano (Pd)

"La destra tratta L'Aquila come un territorio di serie b, mentre investe nel sisma 2016"

“Con il governo della destra, incluse tutte le sue espressioni come il commissario per la ricostruzione del Centro Italia Castelli, il territorio dell’Aquilano è definitivamente condannato ad essere di ‘serie B’ rispetto a quello dei territori colpiti dal terremoto del 2016 e 2017. Lo dimostrano le misure di sostegno alle imprese che vengono adottate per il cratere del Centro Italia, delle quali invece non si vede nemmeno l’ombra in quello del 2009, a fronte dell’ormai conclamato immobilismo a cui assistiamo”.

Lo denuncia il capogruppo del Partito democratico al Consiglio comunale dell’Aquila Stefano Albano.

“Abbiamo infatti assistito di recente – prosegue Albano – alle dichiarazioni del Commissario Castelli circa gli interventi messi in campo in particolare nel cratere 2016, il quale ha detto testualmente: ‘la perdita di popolazione nelle aree colpite dal sisma, dove alla crisi demografica si è aggiunta la distruzione materiale di case e imprese, si è fermata, e addirittura mostra un’inversione di tendenza, laddove si sono concentrati gli investimenti più rilevanti per la ricostruzione, soprattutto dove le risorse della ricostruzione materiale si accompagnano a investimenti per le attività sociali, economiche e infrastrutturali’”.

“Eppure tale inversione non si è minimamente registrata nel territorio aquilano, nonostante abbia a disposizione diversi strumenti per aiutare non solo la ricostruzione fisica, ma anche e soprattutto quella economica e sociale. Fra questi quello più rilevante, ottenuto negli anni passati dal centrosinistra, sono le cosiddette risorse Restart”.

Per Albano “il programma Restart non è qualcosa di astratto che può essere modificato a piacere dai governanti locali, si fonda infatti su diverse fonti normative (tra cui l’art. 11, comma 9, del Decreto-legge n. 78/2015, convertito nella legge n. 125/2015, e la deliberazione Cipe n. 49/2016 per il primo Restart e la Delibera Cipess n. 10/2025 per Restart 2) che ne hanno definito gli ambiti di intervento, avendo lo scopo di supportare il territorio attraverso investimenti in settori come l’imprenditoria, il turismo, la cultura e l’innovazione, utilizzando fondi nazionali e del Cipe”.

“Insomma”, dice il capogruppo del Pd, “nulla di diverso dagli interventi messi in atto nel cratere 2016”.

“Al di là di chiacchiere e annunci, le misure a sostegno delle attività produttive nel nostro territorio sono scomparse da quando ha smesso di governare il centrosinistra. Si tratta di un dato che balza all’occhio quando si analizzano i punti del programma Restart. Infatti relativamente gli interventi di adeguamento, riqualificazione e sviluppo dei nuclei industriali, il centrodestra non ha speso un centesimo e l’ultimo intervento resta quello fatto dal governo regionale di Centrosinistra su Pizzoli. Stessa cosa dicasi relativamente alle misure dedicate alla creazione di nuove imprese, dove a parte il bando post covid per 8000 euro a richiedente si registra totale assenza di strategie e allocazione di risorse. Niente, e ripeto niente, è stato fatto negli ultimi sei anni riguardo l’accesso al credito agevolato, comprese le micro e piccole imprese uno degli ambiti dove imprenditori e associazioni di categoria maggiormente chiedono investimenti. Zero anche riguardo gli interventi e i servizi di connettività, anche attraverso la banda larga”.

“Del resto la destra sta usando Restart o come il proprio bancomat elettorale, oppure per il finanziamento di eventi dove colloca la maggior parte delle risorse. Intendiamoci, la cultura è senz’altro uno degli assi di sviluppo più importanti, ma di certo non l’unico, che peraltro funziona ammesso che si creino le condizioni perché questa diventi una vera e propria attività produttiva, sulla base di esempi virtuosi come quello pugliese, e non il collage di eventi fra loro slegati che rischiano di non dare un ritorno economico nel tempo al territorio. Non vai poi dimenticato – prosegue Albano – che l’amministrazione comunale dell’Aquila continua a dissipare fiumi di quelle risorse per utilizzi ben lontani dallo scopo iniziale di sostenere la ricostruzione economica. Basti pensare ai ben 37 milioni di euro di Restart 2 utilizzati per tutto, incluso l’acquisto dei mezzi per l’Asm, fuorché il sostegno alle imprese”.

“Restart – conclude Albano – era stato concepito non solo come sforzo di pianificazione, per evitare lo spreco di fondi a pioggia, ma anche come momento di concertazione, coinvolgendo le rappresentanze economiche e sociali del territorio. Invece questa discussione è scomparsa dai radar e Biondi preferisce deciderne il destino con altri pochi governanti chiusi in una stanza, senza che la città possa avere voce in capitolo. Per tale ragione chiederò che questa discussione venga affrontata in una apposita commissione consiliare, alla presenza di sindacati, associazioni di categoria, ordini professionali. Il nostro territorio non può essere discriminato rispetto il cratere 2016”.

Comunicato stampa

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