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Sotto l’albero nessun regalo: crisi Avezzano, Liguori se ne va

Al Chieti il derby salvezza: il tecnico campano si dimette. Torna Mecomonaco

Sotto l'albero nessun regalo: crisi Avezzano, Liguori se ne va

Non sarà un Natale facile per l’Avezzano. Perché la sconfitta maturata al Mariani Pavone di Pineto contro il Chieti rischia di lasciare il segno. E porta all’ennesimo scossone del drammatico avvio di stagione biancoverde: Andrea Liguori si è dimesso. Secondo passo indietro in sette giorni, stavolta in maniera irrevocabile. La decisione è arrivata dopo un incontro con i tifosi fuori dallo Stadio Dei Marsi. In serata previsto un tavolo tra Gianni Paris e Antonio Mecomonaco, esonerato dopo le prime quattro giornate dalla vecchia dirigenza. Si va verso la fumata bianca, anche perché l’allenatore è ancora sotto contratto con il club e di alternative valide non se ne vedono. Il Mecomonaco bis scatterà alla vigilia di Natale e si concretizzerà alla ripresa degli allenamenti in vista della trasferta di Campobasso (5 gennaio).

La classifica intanto, inizia davvero a far paura. Nel derby fratricida tra due pretendenti alla salvezza diretta, i biancoverdi si rendono autori dell’ennesima prestazione incolore, regalando tre punti pesantissimi ad un Chieti rinfrancato dalla cura Di Meo e da una campagna acquisti che ha ridato nuova linfa alle ambizioni future. Sconfitta che assume le sembianze di una vera e propria sentenza per il destino di Liguori: il tecnico campano ha rassegnato le dimissioni. Irrevocabilmente. Il dietrofront di Liguori, confermato dal presidente in settimana e anche al termine del ko con il Chieti, è arrivato dopo la contestazione del tifo caldo avezzanese, che ha deciso di attendere staff tecnico e squadra di ritorno da Pineto. Nel mirino delle polemiche è finita anche la società e il presidente Gianni Paris per un mercato definito “deludente” rispetto alle premesse di un mese fa.

Mercato che, invece, ha ridato nuova vita al Chieti, alla seconda vittoria in tre partite, la seconda consecutiva in casa. Continuità che l’Avezzano ha definitivamente smarrito: ultimo successo datato ancora allo scorso 10 novembre (l’unico di Liguori). Da allora tre punti in sei partite (tutti conquistati al Dei Marsi) ed un gioco che fa ancora fatica a decollare. Quadro drammatico completato dai numeri costantemente in rosso del reparto offensivo (il peggiore del torneo), ancora abulico e incapace di capitalizzare le poche occasioni create. La classifica piange sempre di più: terzultimo posto solitario a meno quattro dalla salvezza diretta ma soltanto a più due su Jesina e Cattolica, entrambe vittoriose e rinvigorite dall’ultima sessione di mercato. Al giro di boa la situazione è delicatissima.

Nel derby dell’ultima giornata di andata, a nulla è valsa la “linea Paris”, con Morales dal primo minuto (la sua esclusione contro il Fiuggi era stata fortemente criticata dal patron) e le conferme di Agate, Quatrana e Cancelli alle spalle di Rabbeni. Tra i pali esordio horror per l’ex Stefano Camerlengo: suo il goffo intervento che regala il raddoppio ad Andrea Sivilla (63’). Nulla da dire, invece, sulla rete di Traini che sblocca la contesa dopo una mezz’ora sostanzialmente equilibrata: stop mancino e girata di destro. Palla sotto il sette. Un mix di tecnica e potenza ad abbattere il muro dell’Avezzano.

L’Avezzano del primo tempo, però, esce alla distanza. E nel secondo minuto di recupero confeziona l’occasione più netta della partita: Rabbeni raccoglie il cross dalla destra di Agate ma calcia incredibilmente alto da buona posizione. Rigore in movimento sciupato che racchiude il momento dell’Avezzano. Slinding doors, perché da lì i biancoverdi spariscono dal campo e si consegnano lentamente nelle mani dei teatini, feroci in avvio di ripresa. Un forcing che rischia di tramutarsi in imbarcata per i marsicani: a sfiorare il tris il palo di un ritrovato Sivilla, prima della discesa di Traini, fermato da Camerlengo. Troppo poco gli squilli di Quatrana e di Curzio nel finale per strappare almeno un punto. E, forse, anche la salvezza.

Toccherà, dunque, a Mecomonaco (esonerato dopo un solo pareggio conquistato dopo le prime quattro di campionato) risollevare le sorti dell’Avezzano. Per sperare in forze nuove dal mercato bisognerà attendere sino a gennaio, quando riapriranno le liste di trasferimento tra i professionisti. In attesa di qualche colpo da novanta, Mecomonaco dovrà lavorare su gambe e testa, ridando morale ad una squadra che sembra costantemente in balia degli eventi. E il mercato non ha dato nessuna marcia in più.

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