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Stagione invernale, “In Abruzzo tutto esaurito”

Il presidente di Federalberghi "Presenze in aumento del 40% rispetto al 2023"

Una stagione invernale da incorniciare in Abruzzo, con il tutto esaurito nelle strutture ricettive legate al turismo della neve. Rispetto al 2023, si è registrato un aumento delle presenze del 40%, con punte massime di arrivi nelle stazioni sciistiche e nei borghi interni. E’ il bilancio tracciato da Federalberghi Abruzzo a chiusura delle festività natalizie. “Abbiamo registrato un aumento delle presenze di circa il 40% rispetto allo scorso anno, in particolare in provincia dell’Aquila. Un risultato legato al turismo della neve, con un boom di visitatori a cavallo delle festività natalizie”, dichiara Giammarco Giovannelli, presidente Federalberghi Abruzzo e presidente Confcommercio Teramo, “grazie anche al buon innevamento delle piste, che ha consentito di recuperare quel margine percentuale perso nella scorsa stagione invernale a causa della carenze di neve. Di contro, la Costa e la provincia di Teramo hanno subìto un tracollo, con un -30% circa di turisti, nello stesso periodo”.
Giovannelli spiega che “se a livello regionale il dato è molto soddisfacente, con un Abruzzo sempre più orientato al settore turismo con una vocazione specifica, soprattutto nel periodo invernale, per la montagna, è necessario lavorare di più ad una programmazione volta ad una stagionalizzazione delle presenze, che non sia limitata ad alcuni periodi dell’anno. Un programma”, dice il presidente regionale di Federalberghi, “condiviso con gli attori principali: Regione, Comuni, le associazioni di categoria e la filiera ricettiva ed eno-gastronomica. In Abruzzo abbiamo giovani ristoratori e chef che hanno saputo reinterpretare l’eno-gastronomia legata alla cultura delle radici, al passato. Se a questo aggiungiamo la natura, il turismo plen air, escursionismo, storia, cultura e bellezze naturalistiche viene fuori un mix che può fare la differenza per attrarre flussi turistici tutto l’anno e in tutta la regione”.
Una dicotomia, quella dettata dalle percentuali delle presenze invernali nelle strutture ricettive abruzzesi, che spacca l’Abruzzo a metà: da una parte montagna e borghi, che tirano molto con un aumento di presenze stimabile intorno al 40% rispetto allo scorso anno, con punte di eccellenza per i comprensori sciistici di Campo Imperatore, di Ovindoli e Roccaraso, dall’altro la Costa e la provincia di Teramo con un 30% circa in meno di turisti. “Soffre molto anche la montagna teramana”, evidenzia Giovannelli, dove ci sono autorevoli imprenditori che hanno reinvestito puntando sulla ricettività, ma mancano le infrastrutture necessarie e i servizi a supporto di un turismo invernale stabile e qualificato. Questo, oltre a penalizzare gli imprenditori locali, funge da freno a mano rispetto alla scelta di chi decide di trascorrere le vacanze in Abruzzo”. L’aumento delle presenze nella stagione invernale conferma per il territorio un trend di crescita già avviato, con un 3% in più di presenze complessive su base annuale rispetto al 2023 quando gli arrivi, nelle strutture alberghiere ed extralberghiere abruzzesi, sono stati 1 milione 745.372 e le presenze 6 milioni 804.820. “Numeri su cui lavorare per incrementare ulteriormente un risultato che, per il turismo invernale abruzzese, è estremamente positivo”, conclude Giovannelli, “e per rendere strutturale il sistema turistico della regione, a vantaggio degli operatori e di tutta la filiera”.

Comunicato stampa

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