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Studenti Alberghiero pronti a lavorare

Onlus intitolata chef Falconio: "Quest'anno 34mila iscritti scuole"

“Da qualche tempo le cronache parlano di carenza di personale per ristoranti e hotel in vista dell’estate.

Il problema è reale, tuttavia bisognerebbe tornare a guardare nelle scuole alberghiere dove ci sono ragazzi appassionati che aspettano solo un’occasione per lavorare e farsi notare”.

A parlare è Francescopaolo Falconio, presidente della Onlus ‘Peppino Falconio‘ intitolata allo chef che per oltre trent’anni ha insegnato negli istituti alberghieri di Formia, Pescara, Castrovillari e Villa Santa Maria, formando centinaia di cuochi in tutta Italia.

“Il problema carenza di personale è reale – spiega Falconio – ma la soluzione è altrettanto reale e percorribile. Senza entrare nel merito della causa, come il reddito di cittadinanza considerato da molti il problema principale, bisogna tornare a pescare nelle scuole alberghiere. Anche se nettamente in calo rispetto agli ultimi anni, nell’anno 2021-22 sono stati 34 mila in Italia i ragazzi che hanno scelto questo percorso di studi.
   
Un considerevole numero di aspiranti cuochi che sarebbe un grave errore ignorare. Non tutti diventeranno chef affermati e non tutti hanno l’attitudine a fare questo mestiere, ma se non si va a vedere cosa sanno fare non lo sapremo mai” Falconio ricorda le borse di studio assegnate dalla Onlus, nata per ricordare il padre Peppino, scomparso due anni fa. “Nel 2021 siamo partiti dall’Abruzzo e da Villa Santa Maria. Abbiamo premiato Eleonora Di Florio che, dopo essersi fatta valere durante il master vinto a ottobre, questa estate tornerà in un ristorante stella Michelin per fare la sua stagione. A settembre prenderà l’altra parte della borsa di studio e si iscriverà all’Università di Teramo a uno dei corsi di Scienze dell’alimentazione. A maggio in Sicilia di ragazzi validi ne abbiamo trovati quattro, due dei corsi di sala e due di cucina.
   
E che hanno l’attitudine giusta non lo dico io, ma la nostra qualificata commissione, capitanata in Sicilia da chef del calibro di Pino Cuttaia, Toni Lo Coco e Peppino Tinari. Insomma – conclude Falconio – una via d’uscita a questa carenza di vocazione e personale c’è, basta accendere un faro su tanti ragazzi che non aspettano che una chiamata”. 

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