“Il diktat romano al grido: ‘massacriamo i risultati del superbonus per salvarci la faccia’, deve essere arrivato, seppur con un giorno di ritardo, anche al presidente Marsilio che finalmente accenna qualche parolina in politichese per rispondere al pasticciaccio del suo Governo sui bonus edilizi. Sembra proprio che il Presidente di Regione Abruzzo abbia scelto, anche questa volta, di appoggiare il suo Governo piuttosto che le imprese abruzzesi“.
Così il capogruppo Francesco Taglieri (M5S), in merito alle ultime dichiarazioni a mezzo stampa del presidente di Regione Abruzzo relative al Superbonus.
“Infatti, a quanto apprendiamo dalla stampa – prosegue Taglieri – il Presidente della Regione sostiene di stare da mesi a lavoro con il Governo per salvare ‘i diritti acquisiti e la buona fede di chi si è fidato dello Stato’. Marsilio, forse, dovrebbe farsi ascoltare di più dal suo Governo, perché dopo il lavoro di ‘mesi’ il risultato è sotto gli occhi di tutti: Superbonus depotenziato ai minimi storici e blocco della cessione dei crediti per gli Enti locali“.
“Crediamo che in buona fede siano stati tutti quei cittadini che si sono fidati della propaganda di Giorgia Meloni in campagna elettorale, quando parlava di ‘salvare il superbonus’ per poi renderlo praticamente inaccessibile alla quasi totalità degli italiani e stoppare lo sblocco dei crediti da parte degli enti locali. Inoltre quello che si decide a Roma il Presidente di Regione dovrebbe riportarlo meglio alla sua maggioranza abruzzese. Fino a l’altro ieri, infatti, il suo Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, e i suoi assessori in Giunta Nicola Campitelli e Mario Quaglieri, esprimevano entusiastici commenti sul Superbonus e sui numeri in positivo che questo provvedimento ha rappresentato anche per l’Abruzzo. Inoltre dalle loro pubbliche dichiarazioni sembravano fermamente convinti che l’acquisto dei crediti per gli enti locali fosse un ottimo intervento e a costo zero per le casse della Regione”.
“La verità è che ormai il re è nudo e questa narrazione sulle casse dello Stato saccheggiate dal Superbonus, che probabilmente viene esasperata per salvare un minimo di credibilità, è chiaramente smentita dai numeri. Gli studi, infatti, concordano che il costo reale per lo Stato è molto minore rispetto all’ammontare dei crediti fiscali, attestandosi a circa il 30% del totale del credito concesso. Oltretutto parliamo di un costo spalmato in dieci anni. Non è corretta, quindi, la narrazione filogovernativa che continua a parlare di costo totale considerandolo come se fossero fondi erogati direttamente dallo Stato e non dalle banche sotto forma di anticipo di cassa garantito dai crediti fiscali”.
“Altrettanto scorretta è la narrazione secondo cui si vieta agli enti locali, cioè Regioni, Province e Comuni, di acquistare i crediti perché ‘costituiscono debito’. I crediti sono posti in compensazione con i debiti attraverso gli F24, è sostanzialmente un giroconto fiscale, neutro per le amministrazioni locali, a vantaggio di cittadini e imprese. Il rappresentante di Eurostat, nella audizione alla camera del 14 febbraio 2023 ha riconosciuto che l’emissione e la successiva compensazione di crediti fiscali, per la Unione Europea non sono considerati ‘debito'”.
“E i guadagni? Il Superbonus è una misura che ha risollevato la nostra economia generando 900mila nuovi posti di lavoro e contribuendo alla crescita del PIL nel 2021 e 2022 per almeno il 20%. Quello che si tende continuamente a sottovalutare, inoltre, è il risparmio derivante dal efficientamento energetico. I tre quarti del patrimonio edilizio italiano sono in classe energetica peggiore di D, quasi il 60% sono nelle classi F e G. In questo quadro anacronistico dell’efficienza energetica del nostro Paese dobbiamo fare i conti con un’Europa che va avanti guardando alla riduzione dei consumi e delle emissioni climalteranti: la direttiva EPBD, cosiddetta “Green Building” in cui l’Europa richiede di raggiungere la Classe E entro il 2030. Uno dei passaggi più importanti della Direttiva è quello in cui si specifica che i piani nazionali di ristrutturazione dovrebbero includere regimi di sostegno con obiettivi realistici e misure per facilitare l’accesso a sovvenzioni e finanziamenti. Gli Stati membri devono istituire punti di informazione gratuiti e programmi di ristrutturazione a costo zero”, conclude il capogruppo Taglieri.