Nel pomeriggio di martedì 3 settembre, nella Chiesa di San Francesco, con una semplice e partecipata cerimonia, sono stati festeggiati i primi 30 anni di sacerdozio di P. Carmine Terenzio dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, in comunità a Tagliacozzo, con il fratello gemello Attilio, anch’egli frate conventuale, dal 2012.
P. Carmine, nato a Pescara il 30 settembre 1958 da papà Piero (mancato all’età di cento anni lo scorso luglio) e da mamma Marina, oltre al confratello gemello (del quale è quasi identico) ha altri due fratelli: Marino e Franco. Cresciuto in una famiglia dai solidi valori cristiani, impegnato nel sociale e finanche nella politica locale, in gioventù ha avuto numerose esperienze lavorative, tra cui quella di marinaio sulla “Caio Duilio”.
Un anno dopo il fratello Attilio, ha deciso anch’egli di entrare nell’Ordine francescano e ha intrapreso gli studi ad Assisi. Figura decisiva per il suo cammino vocazionale è stata P. Franco Rapacchiale, anch’egli frate conventuale della Provincia abruzzese (oggi congiunta a quella pugliese) che è statisticamente presente alla celebrazione eucaristica del trentennale.
P. Carmine è stato ordinato sacerdote dall’allora arcivescovo di Pescara-Penne S.E.R. Mons. Francesco Cuccarese, nella Chieda di Sant’Antonio.
Frate dal grande carisma comunicativo, uomo di profonda preghiera e di contagioso entusiasmo francescano, con un carattere forte e buono, a tratti passionale fino all’invettiva per la carica emotiva di svegliare le coscienze e ricondurle ad una fede autentica e ad una spiritualità priva di artificio, conduce un’intensa attività di assistenza spirituale e di catechesi, sia per i gruppi che da tutto il centro Italia giungono nel Convento tagliacozzano, sia per le singole persone che a lui ricorrono, anche attraverso i moderni mezzi di comunicazione.
Assistente spirituale e predicatore nell’ordinario di comunità monastiche e religiose, il prossimo 25 settembre è stato chiamato dai frati di Assisi per predicare la novena in preparazione alla solennità di San Francesco, il 4 ottobre, quando la regione Abruzzo offrirà l’olio per la lampada che arde davanti alla tomba del Patrono d’Italia.
A P. Carmine giungano gli auguri affettuosi dell’intera Comunità tagliacozzana, dell’Amministrazione comunale e del sindaco Vincenzo Giovagnorio.
Di seguito la preghiera da lui composta per i suoi primi 30 anni di sacerdozio.
“Altissimo, onnipotente, bon Signore, tue sono le laude, la gloria e et onne benedictione.
A te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato si’, mi’ Signore, per questi trent’anni di dono che hai posto tra le mie mani fragili di frate e di sacerdote.
Laudato si’ per il giorno dell’ordinazione quando le mani del vescovo si sono posate sul mio capo già modellato da sei anni di vita francescana, e tu hai fatto di me alter Christus pur rimanendo sempre frate minore.
Laudato si’, mi’ Signore, per tutti i confratelli che mi hanno accolto, formato, sopportato e amato. Per chi mi ha insegnato che l’obbedienza è libertà,
che la povertà è tesoro, che la castità è fecondità.
Per le mani fraterne che hanno sostenuto le mie quando tremavano nel celebrare i primi sacramenti, per le voci che hanno cantato con me quando la mia voce si spezzava dall’emozione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sorella alauda che Francesco amava sopra tutti gli uccelli, e che mi hai dato come maestra di preghiera. Come lei che ha il cappuccio come i religiosi e va umilmente per la via a cercare qualche granello, così tu mi hai insegnato a trovare te anche nel letame della vita quotidiana, a trasformare ogni esperienza in canto di lode, a salire verso l’alto portando con me le gioie e i dolori di chi vive nella valle.
Laudato si’, mi’ Signore, per ogni persona che hai posto sulla mia strada in questi trent’anni: per gli uomini e le donne, fratelli e sorelle, che mi hanno insegnato qualcosa del tuo volto.
Un grazie particolare alle donne che mi hanno aggiunto il loro punto di vista, il loro modo di vedere e valutare la realtà, la loro capacità di cogliere sfumature che i miei occhi da uomo e da frate non sempre riuscivano a vedere.
Laudato si’ per ogni Eucaristia celebrata,
per ogni assoluzione donata, per ogni unzione che ha consolato, per ogni benedizione impartita.
Tu sai che non erano gesti miei ma tuoi attraverso mani consacrate che spesso tremavano dall’inadeguatezza ma che tu hai reso capaci di portare il tuo Corpo e il tuo Sangue, la tua misericordia e la tua m pace.
Laudato si’ per frate sole che ogni mattina mi ha svegliato per celebrare il sacrificio dell’aurora, per sorella luna che nelle notti difficili mi ha ricordato che la tua luce non si spegne mai.
Per frate vento che ha portato le preghiere verso l’alto e ha riportato le tue benedizioni sui campi della mia vita.
Laudato si’ per sorella acqua del Battesimo che ho amministrato, per frate fuoco dello Spirito Santo che ha acceso il cuore dei cresimandi, per sorella madre terra che ha accolto i corpi che ho benedetto nell’ultimo viaggio, per fratello santo olio che ha unto i malati e i morenti nel tuo nome di consolazione.
Laudato si’ per le incomprensioni sopportate, per gli errori commessi e perdonati, per le cadute che sono diventate risurrezioni, per i fallimenti che tu hai trasformato in occasioni di crescita.
Laudato si’ per ogni lacrima versata che tu hai raccolto come rugiada preziosa, per ogni sorriso ricevuto che tu hai moltiplicato come pane. Laudato si’ per la minorità francescana che mi hai dato come forma di vita, per quella altissima povertà che mi ha reso libero di amare senza possedere, per l’obbedienza che mi ha insegnato ad ascoltare la tua voce anche quando parlava attraverso i più piccoli e i più semplici.
Laudato si’ per ogni momento in cui mi sono sentito inadeguato e tu mi hai ricordato che non chiami i capaci ma rendi capaci i chiamati.
Per ogni volta che ho dubitato e la preghiera fraterna mi ha riportato alla fiducia. Per ogni notte insonne che è diventata veglia d’amore.
Laudato si’ per il futuro che non conosco ma che metto nelle tue mani come Francesco mise la sua vita quando cantò il Cantico perfetto prima di dire “Benvenuta, sorella morte.”
Qualunque cosa tu abbia preparato per gli anni che verranno, io voglio continuare ad essere il tuo seminatore nella minorità, il tuo mietitore nella gratitudine.
Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le tue creature e cum tutta la mia riconoscenza
per questi trent’anni di puro dono. Et nullu homo è dignu te mentovare. Nel trentesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale
di un frate minore che sa di
essere stato molto amato!
Comunicato stampa