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Taglieri: “Movimenti di facciata per tenere buone segreterie a Roma”

"Gli emendamenti che ho presentato sono stati respinti in Consiglio regionale. Febbo il Commissario, che muove i fili dell'Assessorato che dovrebbe essere invece guidato da D’Amario".

“È emerso con chiarezza il gioco politico del centrodestra in Regione Abruzzo, un gioco simile a quello delle tre carte dove a perdere sempre, però, sono i cittadini dei territori che chiedono più aiuto”.

Questa è la posizione polemica avanzata dal M5S, in particolare dal consigliere regionale Francesco Taglieri dopo l’ultimo consiglio regionale d’Abruzzo tenutosi il 1 dicembre 2020.

“Il “Commissario” Mauro Febbo, non può essere definito diversamente, ieri ha mosso i fili dell’Assessorato, che dovrebbe essere invece guidato da D’Amario, facendo il buono e cattivo tempo sull’approvazione di emendamenti che, almeno nel mio caso, erano chiesti a gran voce dai territori più in difficoltà. Subito dopo le elezioni amministrative ci hanno tenuto settimane in bilico per decidere le sorti della Giunta regionale: ci è costato un semi rimpasto con l’ingresso di nuovi consiglieri regionali e sostituzione in corso d’opera di due assessori, recando danni alla velocità dei lavori delle commissioni e degli uffici. Ma ieri si è palesato che abbiamo assistito a tutti movimenti di facciata per tenere buone le segreterie di partito a Roma poiché nei fatti sembra proprio che la guida dell’assessorato al turismo sia ancora nelle mani del forzista Febbo, che a quanto pare detta la linea politica a tutto il centrodestra nel silenzio assenso di chi deve subire le sue ingerenze”, aggiunge il consigliere pentastellato.

“Gli emendamenti che ho presentato alla legge 155 sono stati respinti con motivazione che il “commissario” Febbo ha espresso senza titolo denotando tra l’altro, da parte di chi ci governa, una poca conoscenza dei territori e soprattutto un disinteresse per le necessità di centinaia di cittadini con cui quegli emendamenti sono stati scritti e pensati. Il primo emendamento a cui questa maggioranza ha detto no riguarda il rifugio Tarì nel cuore del Parco nazionale della Majella. Il rifugio messo nuovamente in funzione con grande impegno da un’associazione no profit è un punto di grande attrazione turistica per i fruitori della montagna e nasce vicino ad una fontana storica da cui prende il nome. L’altro emendamento che è stato respinto riguarda la messa in sicurezza della funivia che porta alle grotte del cavallone, un intervento necessario per farla tornare in funzione e rendere fruibili le grotte a tutti i turisti”.

“Stiamo parlando di interventi volti a valorizzare il turismo montano locale anche in una vista delle restrizioni anticontagio in cui gli spostamenti fuori regione sono limitati. Ma questo forse non è stato capito dal “commissario” Febbo che proabilmente, nonostante il suo (non)assessorato, conosce poco le strutture ricettive del nostro territorio, come ha dimostrato provando a giustificare il diniego della giunta a questi interventi e nel farlo ha sbagliato nomi di località e dei rispettivi interventi, tanto da essere richiamato fuori microfono anche dai suoi colleghi di maggioranza. Inoltre, sarebbe stato bene conoscere anche il parere dell’Assessore su questi emendamenti, perché sono certo che il comparto turistico abruzzese meriti di più di un assessore che ha bisogno dell’aiutino da casa per motivare il sì o il no a un intervento. Se proprio D’Amario non riesce a svolgere il suo ruolo lasci il posto a chiunque riesca a non subire le ingerenze esterne, così da evitare questi teatrini che squalificano l’intero consiglio regionale”, conclude.

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