Nella data di ieri, venerdì, ennesimo tentativo di far entrare droga in carcere tramite pacco postale inviato a un detenuto da familiari. La droga, circa 90 grammi era celata all’interno di sottovuoto con affettati. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del segretario provinciale Giuseppe Pallini: “Anche due giorni prima, con lo stesso espediente, avevano provato a far entrare 180 grammi di droga, ma puntualmente scoperto dal personale di Polizia addetto ai controlli”, prosegue il sindacalista. Il SAPPE “si complimenta per le brillanti operazioni scongiurando che la droga entrasse all’interno dell’istituto con gravi conseguenze negative per l’ordine e la sicurezza interna nonché della salute dei ristretti”. Pallini informa che “dall’inizio dell’anno, in diverse circostanze, sono stati sequestrati circa 400 grammi di droga, sette i cellulari nei confronti dei detenuti e uno ai familiari prima di accedere ai colloqui, 16 gli agenti aggrediti. Si tenga conto che, ad oggi, sono presenti 460 detenuti a fronte della capienza regolamentare di 255 posti, mentre il Reparto di Polizia Penitenziaria è carente di 71 unita”.
E sui tre i detenuti deceduti per cause naturali, “il SAPPE esprime solidarietà e vicinanza al personale sanitario indagato a seguito dei tre detenuti deceduti per cause naturali. Come sempre, confidiamo sull’operato della procura teramana che sicuramente farà luce su questi decessi”, conclude Pallini.
Commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – tra suicidi, aggressioni, risse, rinvenimenti di droga e telefoni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti. Sono anni che il SAPPE denuncia la necessità di espellere i detenuti stranieri dall’Italia, detenuti che sono oggi quasi 20.000 a fronte delle oltre 62mila presenze, e che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto: anche l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi antintrusione e anti-scavalcamento sono priorità assolute, eppure, la politica se n’è completamente fregata”.
“Si riparta da questi gravi fatti caduti nel carcere di Teramo per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato”, conclude il leader del SAPPE. “Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui. E non è certo l’affettività in carcere a favore dei detenuti la priorità di intervento per il sistema carceri!”.
Comunicato stampa