Sfiora i 9mila morti l’ultimo bilancio delle vittime del catastrofico terremoto in Siria e Turchia ma il numero è destinato ad aumentare inesorabilmente. In Turchia è stato confermato che 6.234 persone sono morte, mentre 2.470 persone sono morte in Siria, per un totale di 8.704 vittime.
I funzionari dell’Organizzazione mondiale della sanità stimano che le vittime potrebbero essere fino a 20.000. I feriti sono 37.011.
C’è un italiano che ancora manca all’appello: si chiama Angelo Zen, 60 anni, del Veneto.
“Continuiamo a cercare il nostro connazionale che ancora non riusciamo a contattare, la nostra unità di crisi è al lavoro, siamo in contatto con la protezione civile turca. Angelo Zen avrebbe dovuto incontrare un socio turco la mattina dopo il terremoto, ma la notte c’è stato il sisma, quindi non si sono visti. Non ci sono collegamenti telefonici, purtroppo è tutto molto complicato dalla vastità dell’area colpita, non è facile raggiungere le persone, si sta vivendo un momento drammatico. Stiamo lavorando anche con il Ministero della Difesa per inviare nelle zone terremotate materiale utile. C’è grande solidarietà degli italiani. Per quanto riguarda la Siria, il materiale per gli aiuti sarà mandato attraverso Beirut, ma siamo al lavoro per farlo anche se è più difficile”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ad Agorà su Rai3.
Si moltiplicano anche i salvataggi miracolosi, come quello della neonata trovata viva ancora con il cordone ombelicale attaccato alla mamma che purtroppo è morta sotto le macerie. Una madre e le sue due figlie sono state estratte vive dalle macerie dopo 33 ore ad Hatay, una delle zone più colpite dal terremoto che si è abbattuto sul sud est della Turchia. Lo rende noto Anadolu facendo sapere che mentre venivano trasportate in ospedale, il cuore di una delle figlie ha smesso di battere ma la ragazza è stata successivamente rianimata.
Secondo l’Oms il bilancio totale delle vittime potrebbe arrivare a 20.000. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle 10 province del sud est.
Anche in Siria la situazione è drammatica. “I bisogni sono enormi, è una catastrofe e serve tutto: servono coperte per affrontare il rigido inverno, cibo, kit igienici e beni di prima necessità”. A raccontarlo, in una testimonianza audio, è il coordinatore ad Aleppo di Terre del Hommes, Najibhayat Kahale.
“Quattro scuole nell’area sono fortemente danneggiate e inagibili. Altre 53 sono parzialmente danneggiate, mentre ben 16 scuole sono state ridestinate a diventare centri di accoglienza temporanei”, aggiunge