Nei primi giorni di gennaio 2020, durante un’offensiva attuata dalle forze governative siriane, appoggiate dai russi, in una escalation di attacchi aerei e di terra sulla regione di Idlib, il foreign fighter arrestato il 19 gennaio ha contattato su watshapp i propri familiari per manifestare una grande preoccupazione per la vita dei suoi figli, in quel momento chiusi in casa insieme ai genitori, sotto i bombardamenti.
Attraverso i contatti fiduciari in atto, il giovane e la moglie hanno espressa la volontà di mettersi in salvo, cosa che avveniva circa 15 giorni dopo, quando la famiglia lasciava il centro abitato di Idlib per rifugiarsi in un’altra abitazione fuori città, insieme a centinaia di altre persone in fuga.
Il giovane attualmente è a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.