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Terrorismo in Abruzzo: espulso 34enne marocchino

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E’ stato emesso un provvedimento di ‘Rifiuto di ingresso e soggiorno in area Schengen’ per motivi di sicurezza nazionale nei confronti del cittadino marocchino Ouahbi Ahmed Taib, 34 anni, residente a San Salvo. La misura scaturisce da un’attività d’indagine svolta dai Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Chieti, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo dell’Aquila. 

Il provvedimento scaturisce da un’attività di indagine svolta dai Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Chieti e coordinata dai Pubblici Ministeri Michele Renzo e David Mancini della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo de L’Aquila.

Attraverso l’attività informativa sviluppata sul territorio della provincia di Chieti, venivano acquisiti elementi di interesse nei confronti del cittadino marocchino Ouahbi Ahmed Taib, evidenziatosi per l’interpretazione estremistica e radicale della fede islamica e per aver espresso approvazione per gli attentati terroristici compiuti in Europa. La successiva attività investigativa, coordinata dalla Procura Distrettuale di L’Aquila, consentiva di accertare la riconducibilità al predetto di due profili ‘Facebook’ sui quali, attraverso specifica attività tecnica, venivano individuati testi inneggianti alla Jihad e immagini di chiara propaganda nei confronti dell’organizzazione terroristica denominata ‘stato islamico’. In particolare, emergeva una foto avente sullo sfondo la basilica di Santa Maria Maggiore di Roma ed in primo piano un foglio recante la scritta in arabo vergata a mano ‘da Roma preghiamo Dio che faccia vincere lo stato islamico’.

Le contestuali attività dinamiche documentavano inoltre che il marocchino, emarginato dalla comunità islamica di San Salvo, per la sua visione fondamentalista dell’Islam, aveva assunto un comportamento schivo e distaccato e trascorreva la maggior parte della giornata in casa, senza frequentare cittadini italiani e senza espletare alcuna attività lavorativa. Il continuo accesso a siti web a sostegno dello ‘stato islamico’, la consultazione di pagine relative alla realizzazione artigianale di giubbotti esplosivi e l’attività di proselitismo e propaganda in chiave jihadista svolta attraverso i social network, indicavano chiaramente la sue pericolosità sociale.

Nel frattempo si era trasferito in Marocco e qui gli e’ stato notificato il provvedimento che non gli consente di entrare e soggiornare ‘in area Schengen’ per motivi di sicurezza in materia di prevenzione del terrorismo.

Fonte: Asipress

Foto di: IlMetropolitano.it

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