“Più che diffidare i sindaci che si preparano a percorrere la via dei test sierologici al fine di affrontare le fasi successive all’emergenza, l’Abruzzo segua i buoni esempi e investa risorse per farli alle categorie più esposte e a un campione rappresentativo della popolazione, come stanno facendo altre Regioni”, così il capogruppo PD in Consiglio regionale Silvio Paolucci.
L’ultimo esempio arriva dalla Regione Lazio, che ha deliberato di recente la volontà di procedere alla più grande indagine epidemiologica che verrà svolta nel Paese al fine di arrivare ad avere cognizione degli asintomatici. “Quella è la strada da percorrere – rimarca l’ex assessore alla Sanità Paolucci – Invece in questi giorni registriamo un arroccamento incomprensibile da parte del governo regionale, che nelle scorse settimane è arrivato persino a diffidare i sindaci che vogliono procedere. Le modalità si condividano, ma si proceda, in base anche a quanto disposto dalla Circolare Ministeriale che fornisce l’aggiornamento delle indicazioni sui test diagnostici e sui criteri da adottare nella determinazione delle priorità e l’aggiornamento delle indicazioni relative alla diagnosi di laboratorio, individuando un campione e soggetti su cui agire prioritariamente e veicolando in tal senso le risorse.
L’idea è quella di arrivare a una mappatura della popolazione di riferimento, aggiungendo alle categorie più esposte (operatori sanitari, forze dell’ordine) anche i lavoratori del servizio pubblico e quelli operanti sui fronti più esposti, nonché i gli ospiti delle Rsa, strutture che sono state focolai e trincea nell’emergenza. Questo è l’unico modo per capire qual è la fotografia sanitaria del territorio dopo la pandemia e affrontarne criticità e problemi. Si tratta di agire tempestivamente, scegliendo di fare cose veramente utili e non solo evidenti com’è accaduto finora e durante tutta la fase emergenziale anche in Abruzzo”.