In ordine ai test sierologici, quelli che definiscono il grado di immunità alla malattia, 5.000 abruzzesi saranno chiamati dalla Croce Rossa a partecipare alla campionatura del Ministero della Salute su 150 mila italiani.
“Potremo avere una riposta significativa sul grado di presenza e di circolazione del virus, per regioni, genere, fasce d’età e di lavoro, sulla base della quale prendere nuove decisioni”.
E l’accordo con la sanità privata durante l’emergenza? Prelude forse ad un cambiamento del modello sanitario in Abruzzo? “Diciamo subito che l’Abruzzo avrebbe di certo bisogno di un nuovo modello di sanità perché quello che c’era lo hanno conosciuto tutti i cittadini abruzzesi. Noi siamo impegnati, in sede ministeriale, ad un tavolo di rientro dove approveremo una nuova rete e una nuova riorganizzazione territoriale: una volta stabilito quanti posti letto, quante terapie e quali specialistiche occorrono, al netto dell’offerta pubblica già esistente, la sanità privata dovrà essere complementare“.
Per Marsilio durante l’emergenza le cliniche hanno dato una prova di “grande collaborazione, quando, a fronte di centinaia di malati, di cui il 15-20 per cento intubata in terapia intensiva, e gli ospedali pubblici non avevano i ventilatori a sufficienza, hanno ceduto i loro in comodato d’uso gratuito. Dopo di che un accordo è stato predisposto dallo stesso Governo che ha pensato al coinvolgimento delle strutture private in caso di sofferenza degli ospedali. E si badi bene, non stiamo parlando dell’attivazione di un extra budget di 8 milioni di euro deciso in passato in sede ministeriale, a beneficio della sanità privata abruzzese per potenziare l’offerta. Comunque sia, in Abruzzo la sanità pubblica ha giocato il suo ruolo sostanziale nel curare i malati Covid 19, con un grave sforzo dell’ospedale di Pescara“.