Si rinnova, a Scanno, la rievocazione dell’antico corteo nuziale, chiamato in vernacolo ‘Ju Catenacce’: una lunga “catena” umana che si snoda nel centro storico.
Le coppie sfilano a due a due, indossando rigorosamente l’abito tipico scannese, per il quale è in corso la procedura di candidatura Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità.
Fino a vent’anni fa decine di donne indossavano ancora in paese il pesante e maestoso costume tradizionale, sia nella versione quotidiana sia in quella festiva.
Oggi sono rimaste solo due donne ultranovantenni a onorare la tradizione ogni giorno.
L’attesa per l’edizione 2025 del Catenaccio, che si celebra ogni 14 agosto, è particolarmente sentita, anche alla luce dei recenti progressi per la candidatura Unesco, promossa dalla fondazione Fasti (Fondo Abito Scanno Tradizione e Innovazione) insieme al Comune.
In questi giorni è aperta la raccolta firme per sostenere l’iniziativa, mentre si susseguono eventi e convegni dedicati al costume.
Come riportato anche sull’Ansa Abruzzo, cresce anche l’interesse all’estero: di recente dagli Stati Uniti è arrivata una coppia di discendenti di emigrati scannesi che, pur non parlando italiano né avendo mai vissuto in Italia, ha scelto il borgo delle origini per celebrare le nozze in abito tradizionale.
Le coppie che partecipano al Catenaccio rievocano la tradizione che un tempo accompagnava gli sposi in chiesa e al rientro fino alla nuova casa, attraversando le vie più suggestive del borgo, rese celebri dagli scatti dei maestri della fotografia del Novecento, da Gianni Berengo Gardin, autore del volume “Scanno. un paese che non cambia” a Henri Cartier-Bresson, da Ferdinando Scianna a Hilde Lotz-Bauer, negli anni Trenta antesignana della street photography.