“Invece di puntarci il dito contro, chiediamo più spesso agli altri contagiati come stanno e se hanno bisogno di qualcosa”.
Dietro al virus, dietro allo scudo della malattia, che si passa, si contrae e si elabora anche psicologicamente, c’è una persona. “E non bisogna mai dimenticarlo”. Sara Di Salvatore è il presidente del Consiglio comunale di Trasacco e ha scoperto stamattina di essere positiva al Coronavirus.
Lei però ha scelto di utilizzare la sua condizione di salute per andare oltre e lanciare un messaggio sociale molto forte: “Spesso, in questi casi, si parla solo di numeri e di cifre. Di quanti casi al giorno, di quante morti ci sono al giorno, in Abruzzo e in Italia. Invece ci si dimentica dell’umanità, di essere e restare umani, delle persone che vivono le situazioni, della paura di aver contagiato qualche loro caro, di chi c’è dietro lo schermo di una mascherina. Nonostante l’uso costante del dispositivo di protezione individuale – continua – anche io ho preso questo maledetto virus. Non ho preso parte a feste, non ho festeggiato compleanni, non ho viaggiato: eppure eccomi qua, positiva al Coronavirus“.
Sara Di Salvatore parla a cuore aperto e si rivolge a quelle persone che con tanta facilità e con semplicità di deduzione, puntano il dito contro i cosiddetti “untori”, attaccando, denigrando e giudicando. “Le mie condizioni di salute sono discrete, ma un messaggio vorrei lanciarlo: non state lì a metterci la lettera scarlatta, nessuno vuole essere untore e credo che ognuno di noi abbia un’intelligenza tale da non andarsene in giro se sa di stare male. Preoccupatevi, piuttosto, di sapere come stiamo”.
La Di Salvatore è da sempre attenta ai temi sociali, ai temi che riguardano le nuove generazioni. Al supporto psicologico a scuola. “Da persona che ricopre un ruolo istituzionale, io sento in me il dovere di sensibilizzare la popolazione. Mi rivolgo soprattutto ai ragazzi: per favore, state attenti. Non sempre i sintomi del virus ricalcano quelli di una banale influenza; io con tutte le misure messe in pratica comunque me lo sono beccato. Ci vogliono tanta pazienza e tanto coraggio, in questo 2020. Convivere con il virus significa anche non perdere mai di vista la propria sensibilità e umanità”.