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Tua S.p.A: ‘Analisi del fattore umano’, presentato a Roma il volume della Digifema

‘Analisi del fattore umano negli eventi incidentali dei settori ferroviario e marittimo’: questo, il titolo del volume presentato a Roma dalla direzione generale per le Investigazioni ferroviarie e marittime presso il ministero dei Trasporti. Alla presentazione del volume, il primo di una serie, hanno preso parte le principali istituzioni del mondo della sicurezza e degli organismi investigativi, le maggiori imprese ferroviarie italiane ed altri operatori del mondo ferroviario e marittimo, tra le quali Sangritana/divisione ferroviaria di TUA Spa.

A coordinare i lavori Fabio Croccolo, direttore generale della direzione generale per le Investigazioni ferroviarie e marittime ed il dirigente ministeriale Giuseppe Alatri che ha coordinato il progetto. Gli altri interventi sono stati di Giuseppe Acquaro di RFI, di Giovanni Caruso dell’agenzia nazionale per la Sicurezza delle ferrovie (ANSF), del comandate di Vascello Giovanni Greco ed altre presentazioni di carattere universitario.

Nella presentazione del volume, che rappresenta una pietra miliare dal punto di vista della concretezza dell’approccio, è stato posto l’accento sull’esigenza di chiarire, a livello normativo, qual è il livello di accettabilità del rischio in Italia nei settori ferroviari e marittimi. Sono stati illustrati tutti gli aspetti che sottendono all’analisi del fattore umano, da quello normativo ed organizzativo a quello dei riflessi di natura penale.

«Bisogna passare dalla logica della blame culture a quella della just culture» ha spiegato nel corso della presentazione del volume il diggì della DIGIFEMA Fabio Croccolo, sottolineando l’esigenza di un cambiamento di approccio culturale e sociale. «La sicurezza non è deterministica, non è possibile parlare di incidente zero. La sicurezza è probabilistica, ha un costo e deve essere sostenibile» ha fatto presente Croccolo, proponendo anche un iter legislativo che porti, a stretto giro di posta, ad una legge quadro sulla sicurezza definendo, ad esempio, il livello socialmente ed economicamente accettabile del rischio, oltre alla modifica del codice penale alla luce dei cambiamenti tecnologici (articoli 428, 430 e 432 c.p.p.), tual’aggiornamento di norme piuttosto datate come il Decreto del Presidente della Repubblica 753 del 1980 oppure l’articolo 579 del Codice Nautico e la necessità di attribuire all’investigazione tecnica un valore probatorio nell’ambito dell’azione penale.

Lo scopo è quello di conferire alla sicurezza un approccio sistemico, garantendo un livello di sicurezza accettabile, omogeno in tutte le modalità e capace di orientare le risorse finanziare disponibili per il recupero dei migliori livelli in comparti specifici.

Sull’argomento dell’analisi del fattore umano, è intervenuto il direttore generale di Tua Spa, Giuseppe Cassino, presente a Roma all’incontro: «Il volume di oggi dalla DIGIFEMA presenta degli aspetti molto interessanti. Nell’ambito della nostra divisione ferroviaria – ha dichiarato Cassino – stiamo lavorando molto nell’ottica del miglioramento continuo del sistema di gestione della sicurezza puntando e sviluppando l’approccio di carattere culturale. Riteniamo – ha aggiunto – che solo la conoscenza approfondita degli eventi incidentali, ma anche di tutti gli elementi basilari di ogni processo, sia nel settore ferroviario che in quelli assimilabili, devono essere la base per i ritorni d’esperienza da proporre in modo strutturato e nelle giornate d’aula al nostro personale che espleta mansioni di sicurezza come macchinisti, capotreni, verificatori, formatori e manutentori. Ogni processo di sicurezza – ha spiegato Cassino – presenta delle sfaccettature specifiche per via dei compiti e delle mansioni che gioca all’interno del processo produttivo ferroviario. Se l’assunto che l’errore umano non è eliminabile, dobbiamo tendere a far crescere la consapevolezza di chi opera nella catena della ferrovia. La just culture è ciò a cui tendere – ha concluso Cassino – analizzando e quindi riducendo, con un approccio culturale sempre più articolato, gli errori umani latenti e raffinando sempre maggiormente l’approccio di monitoraggio che valuta l’efficacia dei processi».

 

 

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