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Turismo di ritorno, firmato il “Protocollo di Avezzano”

La Regione conta circa 90 Comuni associati a Rete Destinazione Sud. Lo scopo finale dell’anno del Turismo di Ritorno è quello di accendere l’interruttore di uno scambio internazionale di cultura e turismo, di ciò che significa essere italiani ma anche cittadini del mondo oggi.

50 pubbliche amministrazioni di tutta la Regione hanno sottoscritto, ieri pomeriggio, nella sala consiliare del Comune di Avezzano, alla presenza dei presidenti nazionali di Uncem, Unpli, Borghi più belli, Bandiere Arancioni, Touring Club e della rete Borghi Autentici d’Italia, il protocollo d’intesa “Ritorno in Italia 2023-2028” su attività da realizzare e programmare nel 2023, anno del Turismo di Ritorno.

Parte ufficialmente così un percorso di valorizzazione, sponsorizzazione e promozione del territorio, che abbraccerà, solo in Abruzzo, più di 90 Comuni, tra cui proprio la città di Avezzano, sede dell’incontro a livello nazionale.

«Si tratta di un processo salutare per i borghi e i nostri meravigliosi territori – ha annunciato il vicesindaco Domenico Di Berardino – un iter al quale abbiamo aderito con onore e piacere, ma anche responsabilità».

Grazie al supporto di Rete Destinazione Sud (rete multiregionale di imprese, tour operator, ristoratori, società di trasporto ma anche strutture ricettive), le amministrazioni metteranno “in vetrina” i propri territori.

«Sono quattro incontri che già promuoviamo in Regione Abruzzo. – ha spiegato il presidente di Rete Destinazione Sud, Michelangelo Lurgi, nella cabina di regia dell’organizzazione – . Quello che si è svolto oggi ad Avezzano, però, è stato sicuramente il più partecipato in termini di numeri e di fasce tricolori presenti a livello regionale».
Ieri pomeriggio, con la firma del documento denominato “Protocollo di Avezzano”, per rendere onore alla città ospitante, si è chiusa la prima fase del progetto.
Nel corso del 2023, ogni amministrazione comunale aderente dovrà impegnarsi a creare almeno un evento di risonanza sul proprio territorio per incentivare il turismo di ritorno o turismo delle radici. Sono stati già approntati 400 eventi, che verranno presentati nazionalmente.

Si tratterà di creare attrattività turistica per riportare nei luoghi dell’infanzia o nei luoghi della memoria (dove sono nati i loro nonni e bisnonni) i connazionali che in questo momento storico si trovano a vivere altrove e all’Estero. Con gli attori turistici, sociali ed enogastronomici del territorio verranno elaborati – assieme al coordinamento delle amministrazioni comunali – pacchetti esperienziali.

«Quando i Comuni fanno rete, quando i territori vicini di casa intrecciano le loro offerte turistiche e le loro possibilità di accoglienza, si fa centro.

Puntiamo, grazie al maxi progetto di Rete Destinazione Sud, a creare, nella Marsica, una rete nella rete – ha detto quest’oggi l’assessore Patrizia Gallese, con delega alle politiche del turismo – In questo modo, potremo spalancare le porte dell’export e dell’import non solo delle merci, ma anche delle emozioni e delle sensazioni».

Si inizierà subito a lavorare in sinergia al programma del 2023 “Anno del Turismo di Ritorno”. Le attività di animazione e promozione di tutti i Comuni, quindi anche dei 50 abruzzesi, verranno presentate nell’assemblea nazionale che avrà luogo il 29 settembre in Campania.

Il turismo di ritorno vuole essere una leva, finalizzata alla promozione, attraverso la conoscenza di territori, tradizioni, enogastronomia e costumi, dei borghi d’Italia e delle città.

«Dall’emigrazione al ritorno a casa: gli italiani all’Estero, compresi ovviamente abruzzesi e avezzanesi – ha ripreso il presidente Lurgi – potranno, grazie alla messa in circolo di questi eventi, tornare nei luoghi delle loro origini, riscoprire le proprie radici e innamorarsi di nuovo dell’Italia».

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