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Tutela orso, Wilderness contro campeggio a Barrea

Associazione scrive a enti in merito a opera su sponde del lago

Associazione Donatori Midollo Osseo: via alla Maratona del Lago di Barrea

“L’orso marsicano ha bisogno di scelte anche dolorose per il turismo e, nel caso del Lago di Barrea, la prima scelta dovrebbe essere li totale abbandono all’orso della sponda destra del lago, essendo quest’area pedemontana ex agricola e pastorale, da rivitalizzare al suo antico fine, avendo subito a monte l’area dove vi si rifugia”.
Lo afferma il segretario generale dell’associazione Wilderness, Franco Zunino, in una lettera inviata a enti e istituzioni, a proposito delle informazioni circolate circa la realizzazione di un’opera turistica di impatto ambientale e paesaggistico sulle sponde del lago.
“Prendiamo atto delle assicurazioni comunicateci dall’amministrazione comunale – si legge – sebbene non siano del tutto convincenti sul fatto che le opere riguardanti il campeggio così come progettate e descritte non si rivelino un danno e all’ambiente circostante e al paesaggio e, soprattutto, all’habitat primario di vita dell’orso marsicano”.
Il rischio, secondo l’associazione, è quello di un “aumento certamente notevole di frequentazioni turistiche, in un’area prossima ad habitat alimentare primario per l’orso marsicano.

Ci riassicura – aggiunge Zunino – solo la precisazione che non si realizzeranno opere con uso di cemento armato, ma destano in noi molti dubbi i riferimenti ai miglioramenti di strade e ciclopiste, ‘servizi generali’, ‘impianti’, ‘spazi’, ‘normative’, ‘manutenzioni straordinarie’, ‘conglomerato ecologico’; ben intuendo cosa spesso possono significare queste parole all’atto pratico, le quali fanno intendere un futuro uso turistico non certamente definibile equilibrato, quando non eco-compatibile, o almeno così definibile solo a parole”.
“Nei Parchi Nazionali, specie in presenza di specie rarissime quale è l’orso marsicano, spesso le uniche iniziative turistiche ‘eco-compatibili’ sono quelle che non si realizzano”, aggiunge, parlando di “un’area che meriterebbe una rivitalizzazione delle culture agropastorali di un tempo piuttosto che di uno sviluppo turistico, il quale, proprio per questa ragione, andrebbe limitato alla sponda settentrionale del lago di Barrea”.

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