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Un tristissimo addio ad Egidio Pelagatti, colonna dell’Anpas e amico della Croce Verde di Avezzano: è morto uno spirito esempio d’altruismo

Una morte nazionale la quale, però, scuce anche ferie marsicane, ora lasciate aperte come grandi occhi tristi, visto che Egidio Pelagatti era attivo nella Marsica tanto quanto nel resto del mondo con la sua vocazione dedita al sociale. La Croce Verde di Avezzano, in un post di Facebook, si unisce al grande dolore della famiglia Pelagatti, per la scomparsa del responsabile operativo Egidio e porge sentite condoglianze anche all’immensa famiglia dell’ANPAS.

«E’ morto dopo una lunga malattia, tenuta nascosta a tutti per via del suo carattere molto introverso. Egidio – spiega Roberto Di Romolo di Croce Verde Avezzano – con le persone a lui vicine mostrava tutto il suo carattere attivo e reattivo, tant’è che nei nostri ambienti era noto col nomignolo affettuoso e positivissimo di ‘animale’, per via della sua tendenza a non fermarsi mai, di fronte ad alcun ostacolo. Solo una settimana fa circa, era stato presente al convegno nazionale Anpas, nonostante l’acutezza della malattia. Era un volontario come noi, in fondo, anche se aveva un ruolo di forte responsabilità: era, di fatti, responsabile operativo nazionale Anpas».

Egidio aveva 62 anni. I funerali e, quindi, l’estremo saluto, si è tenuto questa mattina stessa nel suo paese Stazzema, dove ricopriva politicamente anche la carica di vicesindaco. «E’ morto ieri mattina. Con noi era molto chiuso e riservato, ma al contempo ti faceva sentire a casa, come se fosse in tutto e per tutto uno di noi. – spiega Roberto alla Redazione – Ho avuto modo di collaborare con lui quando avvenne il terremoto terribile a Norcia e Amatrice, sono stato più di 15 giorni al suo fianco. Fu quella la prima volta, nella storia di Anpas, in cui vennero allestiti ben quattro campi per il sostegno e il soccorso. Un grandissimo lavoratore ed una grandissima mente: una persona, lo ripeto, chiusa, ma affabile. E’ sempre stato presente anche qui, ad Avezzano, e a Civitella Roveto con l’Associazione. Anche se ti vedeva da lontano, nonostante la sua carica, correva a salutarti, in mezzo a tutto il rumore e a tutta la gente. Ma quando si fa volontariato è così: non esiste una gerarchia, perché si vivono le stesse emozioni e le stesse avventure. Questo spirito l’ho riscontrato in tutto il direttivo nazionale di Anpas, come a dire che chi lavora col cuore, fa del bene sempre».

 

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