“Da 24 giorni lavoro nel bel mezzo dell’emergenza Covid-19. Non so quanti pazienti ho visitato, ho perso il conto. Mi sono chiesta molte volte cosa avrebbe potuto aiutarmi a rendere il mio lavoro più efficiente. Sapete cosa succede in un Pronto Soccorso quando un paziente è un “sospetto COV-19”? Entra nel cosiddetto “percorso sporco”, quello dove i sanitari sono bardati come alieni dalla testa ai piedi e dove i familiari non possono entrare”. Raccontare gli attimi, i traumi, le esperienze, i giorni quasi tutti uguali di questo lento trascorrere del tempo, manovrato dal contagio, di questa lunga lista delle cose da fare, in cui lo stare a casa si associa al grande stress in Ospedale, non è semplice. Ci ha provato, sui social, una giovane dottoressa originaria di Capistrello, che di nome fa Sara Cicchinelli. Lei, nemmeno 30enne, ora è in prima linea nella rete di soccorso di Brescia, proprio armata per fronteggiare i fendenti del Coronavirus. In un solo giro di lancette di orologio completo, a Brescia, si sono registrati 382 casi di contagio.
Qui, attualmente, sta portando a termine un periodo formativo di 4 mesi nel Pronto Soccorso della Poliambulanza di Brescia, che fa parte della rete formativa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Fondazione Policlinico Gemelli di Roma (Specializzazione in Medicina d’emergenza-urgenza).
“Solitamente il colloquio con i familiari è essenziale per noi medici di Pronto Soccorso, perché spesso i nostri pazienti non sanno raccontarci il motivo per cui sono in ospedale e da quali malattie sono affetti. Questo problema si sta manifestando con tutta la sua forza in questi giorni di emergenza, in cui noi medici non possiamo ricorrere all’aiuto di voi familiari, se non tramite le chiamate telefoniche che spesso richiedono molto tempo”, dice la dottoressa di Pronto Soccorso.
Solo nella giornata di ieri, a Brescia, c’è stato un aumento vertiginoso di casa di morte sospetta da Covid-19. 68 persone decedute, riconducibili al Coronavirus. I casi di contagio, nel Brescano, ammontano in totale a 3.317. 387 croci dall’inizio della pandemia.
“E adesso non possiamo permetterci di perdere tempo. Perché quando hai la fila davanti al triage il tempo è prezioso, è la cosa più preziosa di cui disponi! Quindi, aiutateci ad aiutare i vostri cari. Preparate la documentazione medica disponibile (precedenti ricoveri, interventi) o, se non ne avete, scrivete brevemente su un foglio le informazioni più importanti”, avverte.
“- Quali sono i sintomi per cui accompagnate il paziente in PS e da quanto tempo sono presenti (es. febbre e tosse da 10 giorni);
– Se ha effettuato la vaccinazione antinfluenzale e se ha avuto contatti con casi accertati di COVID-19;
– Quali sono le malattie da cui il paziente è affetto (es. Ipertensione e diabete);
– Quale terapia assume quotidianamente (con dosaggi e orari);
– Allergie note a farmaci;
– Uno o più recapiti telefonici che siano facilmente contattabili (24/24h).
Queste informazioni sono preziosissime per noi medici impegnati nell’emergenza e averle subito a disposizione ci permette di curare al meglio i vostri cari!”.
Sara è, oggi, una delle tante donne della Sanità al servizio dei contagiati. Uno dei tanti volti dell’Itala pubblica che si sta muovendo in sincro con il diffondersi del virus. Sara ha scelto di essere medico di Pronto Soccorso e di lavorare fianco a fianco con l’emergenza vera. l’Italia sa combattere anche grazie a lei.