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Unidav, Caputi “Per medicina non è vero numero aperto”

Restano perplessità su modalità ingresso e percorsi

“Sono diverse le novità, più o meno efficaci, introdotte con la riforma delle modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina veterinaria e, partendo dalla riflessione che non si tratta di un vero ‘numero aperto’, intanto all’Unidav abbiamo già formulato un corso specifico con professori universitari molto qualificati, strutturato per preparare i ragazzi all’approccio a tutte le professioni sanitarie, sempre online”.

Ad annunciarlo è il professor Sergio Caputi, presidente della Fondazione dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti e Pescara e dell’Università Telematica “Leonardo Da Vinci”, l’Unidav, nata nel 2004 sostenuta dalla stessa Fondazione, che conta 600 studenti, ed è l’unica tra le 11 telematiche italiane ad essere collegata ad una Università statale.

L’università telematica, oltre ad offrire un percorso universitario triennale in Scienze dell’educazione e della formazione, uno magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza, ed ancora  master di I e II livello in Educazione e formazione, Economia e management, Salute e benessere, e da questo autunno in Nutrizione e clinica sportiva, promuove anche numerosi corsi di Alta formazione e di perfezionamento.

“Per il corso di preparazione alle professioni sanitarie è prevista una durata di 150 ore – spiega Caputi – e comprende anche degli incontri in diretta per poter meglio verificare i progressi dei ragazzi. Da Scienze infermieristiche a Fisioterapia, e ancora Biologia, Farmacia, continueremo a preparare gli studenti che, al di là delle novità normative, dovranno comunque affrontare il test di ingresso”.

Per quanto riguarda la riforma, Caputi, ex magnifico rettore della “D’Annunzio”, professore ordinario di Protesi dentaria nel corso di Laurea in Odontoiatria e nel corso di Igiene dentale, nonché direttore sanitario della Clinica odontoiatrica universitaria, sottolinea: “Non si tratta di un ‘numero aperto’.  Io sono un medico, ho vissuto il periodo in cui non c’erano l’obbligo di frequenza e il numero chiuso a Medicina. Non succedevano grandi disastri e non c’era nessun acceso difensore del numero chiuso e dell’obbligo di frequenza”.

Il riferimento è al “semestre-filtro”, secondo la definizione del Ministero dell’Università e della Ricerca, con esami caratterizzanti e una graduatoria per il secondo semestre. Gli esami superati saranno comunque validi per altri corsi universitari in caso di non ammissione

“I numeri dei medici – osserva – sono sempre altamente insufficienti, tanto che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato che si dovranno arruolare dei professionisti dall’estero, per coprire il fabbisogno sanitario che secondo la riforma ancora in discussione in parlamento dovrebbe ampliare il numero di accessi a medicina da 20 a 25mila. Nel caso del nuovo disegno di legge approvato, possiamo dire che non si parla di un ‘numero aperto’, resterà un numero chiuso che continuerà a spingere all’estero tanti ragazzi italiani che se lo possono permettere, non credo sia questa la strategia migliore per far fronte a questa carenza”.

“La riforma – aggiunge – prevede un periodo di tempo della durata di sei mesi, nell’arco dei quali verranno ‘premiati’ i ragazzi che sono andati meglio negli esami. Gli altri potranno accedere a discipline come Biotecnologie o Scienze motorie, un aspetto che non mi vede troppo favorevole. Perché, per esperienza, avendo fatto il rettore della D’annunzio per sei anni, i ragazzi che non riescono a entrare a Medicina, mediamente, non si iscrivono a questi corsi, ma più che altro a Farmacia, a Biologia o preferiscono altre professioni sanitarie”.

“In ogni caso, all’Unidav saremo pronti ad accogliere e formare tutti i ragazzi che intendano intraprendere questi percorsi altamente professionalizzanti”, assicura Caputi.

 

Comunicato stampa

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