L’Ateneo aquilano, a seguito della crisi accesa dal caro-energia, ha messo in atto specifiche azioni finalizzate a ridurre i propri consumi energetici e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e sicurezza energetica:
L’Università degli Studi dell’Aquila ha deciso di mettere in atto, cioé, una serie di azioni mirate alla riduzione dei propri consumi energetici e la produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili.
Come previsto dalla legge 10/91 art. 19 l’Ateneo ha nominato l’Energy Manager come soggetto responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia e per la promozione delle fonti energetiche rinnovabili o ad esse assimilate.
In aderenza con le finalità perseguite dall’Energy Manager, e in condivisione con il servizio di gestione e manutenzione, l’Ateneo ha messo in atto specifiche azioni finalizzate a ridurre i propri consumi energetici, che vuole essere un segnale importante di condivisione di obiettivi di sostenibilità e sicurezza energetica.
Di seguito alcuni degli interventi effettuati negli ultimi anni e in corso di attuazione:
“Relamping” degli edifici dell’Ateneo, ossia sostituzione dei punti luce tradizionali con sorgenti LED e ottimizzazione illuminazione in funzione della presenza e della luce esterna;
installazione di sensori per il monitoraggio del comfort termoigrometrico degli ambienti;
incremento delle coperture fotovoltaiche;
partecipazione dell’Ateneo alla costituzione di Comunità di Energia Rinnovabile (CER), per la condivisione di energia prodotta da fonte rinnovabile sul territorio comunale;
piano di ammodernamento degli impianti di generazione di energia termica degli edifici di Ateneo.
L’Ateneo ha inoltre previsto una serie di azioni per il contenimento dei consumi nell’immediato, in linea o addirittura andando oltre il piano nazionale per il contenimento dei consumi di gas naturale emanato dal Ministero della Transizione Ecologica, che a sua volta recepisce il Regolamento (UE) 2022/1369 del 5 agosto 2022:
riduzione della temperatura media di riscaldamento degli ambienti di 1°C, impostata a 19°C con una tolleranza di 2°C;
inizio del periodo di accensione dei riscaldamenti posticipato al 2 novembre e riduzione dell’orario giornaliero di accensione;
chiusura invernale periodo natalizio (24 dicembre – 1° gennaio) delle sedi di Ateneo;
spegnimento riscaldamento e illuminazione nelle ore notturne e nei week end;
pianificazione delle attività del sabato in poche strutture, meno energivore;
promozione di una campagna di sensibilizzazione alle buone pratiche del risparmio energetico negli uffici e nelle aule;
predisposizione di uno staff per la gestione delle aule, che verifichi lo spegnimento di luci, prese e riscaldamento al termine delle lezioni, e per la analoga gestione energeticamente efficiente degli uffici.
Il consumo eccessivo di energia dipende anche da errate abitudini che possono essere migliorate con semplici accorgimenti da adottare nei luoghi di lavoro.
Ecco alcune buone pratiche e comportamenti da seguire:
mantenere la temperatura della stanza tra i 18 e 20°C, preferibilmente non oltre i 19°C, agendo sul termostato di stanza o sulle regolazioni dei corpi scaldanti (manopola termostatica dei termosifoni, selettore velocità ventilconvettori, etc.); indossare abbigliamento adeguato alla stagione consente di mantenere il comfort termico anche a 18°C;
spegnere o ridurre il riscaldamento nella stanza una volta terminato l’orario di lavoro/studio, in particolare se il giorno dopo non è prevista attività lavorativa nella stessa stanza (giorni antecedenti al week end o smart working); è fondamentale ridurre il riscaldamento delle stanze quando non vengono utilizzate; dove presente, per questa operazione è possibile utilizzare il termostato di stanza, oppure spegnere le ventole dei ventilconvettori, o ridurre il valore della manopola termostatica dei termosifoni, etc.;
evitare l’uso di stufette elettriche; le stufette elettriche permettono un riscaldamento localizzato, ma assorbono energia primaria da 2 a 3 volte maggiore di quella per il riscaldamento tramite caldaie e centrali termiche in genere; possono anche essere causa di sovraccarichi elettrici e incendi;
evitare di posizionare ostacoli (sedie, mobilio, tende, …) davanti e sopra i termosifoni e ventilconvettori;
non lasciare le finestre aperte a lungo per il ricambio d’aria; è sufficiente l’apertura delle finestre per pochi minuti per garantire un ricambio d’aria completo della stanza;
tenere le porte chiuse per climatizzare solo l’ambiente utilizzato;
spegnere le luci una volta usciti dalla stanza, in particolare se l’assenza dalla stanza è prolungata; è buona norma spegnere l’illuminazione ogniqualvolta si esca dalla stanza che si sta occupando; questo vale per gli uffici, ma anche per le aule e soprattutto per i bagni e i locali di servizio, dove l’occupazione è più saltuaria;
tenere il più possibile le luci spente nelle ore diurne; sfruttare l’illuminazione naturale consente di ridurre i consumi per l’energia elettrica, anche posizionando bene PC e strumenti di lavoro sulla scrivania/banco o utilizzando una lampada da scrivania;
spegnere le apparecchiature elettroniche al termine dell’orario di lavoro/studio, quando non si usano per un certo periodo e utilizzare la modalità “risparmio di energia” durante l’uso;
utilizzare ciabatte multipresa con interruttore per non lasciare in standby schermi, stampanti e altri dispositivi elettronici durante periodi di assenza e non utilizzo. Il consumo in stand-by delle apparecchiature elettroniche è di pochi Watt, ma se prolungato nel tempo, può essere causa di consumi di diverse decine di kWh elettrici in un anno;
disinserire la spina dei caricatori di telefonini, tablet, PC, fotocamere, smartwatch, etc. se non in carica; i trasformatori di questi dispositivi assorbono corrente elettrica anche a vuoto.